Bruxelles – Il terzo Dialogo sulla transizione pulita della Commissione Ue con le industrie europee delle tecnologie pulite si apre con una promessa: “Vogliamo sentire di cosa avete bisogno per avere successo nel raggiungere gli obiettivi climatici“, in modo che il Green Deal “sia tagliato su misura”. È stata la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, a inaugurare questa mattina (22 febbraio) la riunione con i rappresentanti dei principali settori strategici delle batterie, dei semiconduttori, dell’energia eolica e solare, della cattura e dello stoccaggio del carbonio e della ricarica dei veicoli elettrici: “Abbiamo mobilitato una quota di finanziamenti pubblici senza precedenti per spingere anche la leva privata sulle tecnologie pulite“.
La numero uno della Commissione Ue ha ricordato che al Summit sull’industria europea di martedì (20 febbraio) il messaggio principale è stato che “l’industria supporta gli obiettivi climatici 2040-2050 e il Green Deal” e che “non è una questione di ‘cosa’, ma l’industria vuole essere coinvolta nelle discussioni sul ‘come’ arrivarci“. Ecco perché il compito di Bruxelles è quello di offrire “prevedibilità e chiarezza per creare la fiducia” delle industrie delle tecnologie pulite, dopo l’esordio con quelle del settore dell’idrogeno e il prosieguo con quelle ad alta intensità energetica: “Solo ciò che può essere misurato può essere realizzato”, ha messo in chiaro von der Leyen. È ora atteso per il 10 aprile – come emerge dall’agenda dei punti previsti all’ordine del giorno del Collegio dei commissari – il report finale sui risultati dei Dialoghi, che la presidente della Commissione ha anticipato “sarà pronto prima della prossima riunione del Consiglio Europeo” in programma il 21-22 marzo, “anche con i vostri input”.
A proposito delle sfide che devono affrontare le industrie delle tecnologie pulite, una delle più urgenti è quella relativa alla situazione energetica che, sebbene si sia “stabilizzata al livello pre-guerra”, mostra ancora “prezzi più alti rispetto ad altre parti del mondo, e questa è una questione di competitività”, ha avvertito von der Leyen, sottolineando che “dobbiamo ancora lavorare su soluzioni strutturali per i prezzi dell’energia“. L’impegno dell’esecutivo Ue si è indirizzato non solo verso la “diversificazione delle fonti”, ma la direzione sul lungo termine “è verso le energie rinnovabili, perché è buono per il pianeta e per la nostra sicurezza e indipendenza energetica”. In questo quadro si inseriscono proprio gli investimenti pubblici “senza precedenti” alle clean tech, come dimostra l’impegno dell’Ue con “150 miliardi di euro da Next Generation Eu e RePowerEu nella transizione verso l’energia pulita” e il fatto che “sono tra le maggiori beneficiarie del Fondo per l’Innovazione”. Dai 3 miliardi per la catena di valore delle batterie ai 3 miliardi per nuova banca dell’idrogeno, fino alla Piattaforma Tecnologie Strategiche per l’Europa “basata sul principio di facilitare l’uso dei fondi a disposizione” attraverso uno “sportello unico” che impegnerà la Commissione a “cercare qual è il migliore fondo per le aziende ammissibili e aiutarle a ottenere finanziamenti”.
Confrontandosi con le imprese attive nel settore delle tecnologie pulite, per von der Leyen è stata inevitabile una lunga riflessione sulla Cina, dalle auto elettriche alle materie prime critiche. “I veicoli elettrici sul mercato sono pesantemente sovvenzionati” e Pechino “ha un’enorme sovrapproduzione che incanala sul mercato europeo perché gli Stati Uniti hanno già chiuso il loro mercato”. Di fronte a questa situazione “dobbiamo essere molto attenti perché il mercato europeo non sia sommerso attraverso dumping“, è l’avvertimento della numero uno della Commissione Ue, che ha ribadito la necessità di “mettere a disposizione gli strumenti per garantire” alle aziende europee di “poter competere sullo stesso level playing field“, inclusa l’indagine anti-sussidi. A proposito delle materie prime critiche, è alto il livello di allarme sul “monopolio” di Pechino: “Il 97 per cento del litio che usiamo nell’Ue arriva dalla Cina, siamo totalmente dipendenti”. Dopo aver imparato “l’amara lezione” della dipendenza dalla Russia sui combustibili fossili, l’esecutivo Ue sa che “dobbiamo permettervi di avere accesso alle materie prime critiche di cui avete bisogno” attraverso la diversificazione dell’approvvigionamento: “Abbiamo il Global Gateway, con cui creiamo partnership con diverse regioni del mondo”, come dimostra “l’accordo con il Cile proprio sul litio”, ha concluso von der Leyen.