Bruxelles – Il futuro digitale è già il presente, e l’Unione Europea rischia di non essere pronta a tutte le sfide che il nuovo ambiente può determinare. “La futura competitività dell’economia europea dipende da queste infrastrutture e servizi di rete digitali avanzati“, è l’avvertimento arrivato direttamente dalla Commissione Europea, lanciando oggi (21 febbraio) un pacchetto di possibili azioni per promuovere l’innovazione, la sicurezza e la resilienza delle infrastrutture digitali: “Una connettività veloce, sicura e diffusa è essenziale per la diffusione delle tecnologie che ci porteranno nel mondo di domani“, dalla telemedicina alla guida automatizzata, dalla manutenzione predittiva degli edifici all’agricoltura di precisione.
In primis il gabinetto von der Leyen ha presentato una raccomandazione sulla sicurezza e la resilienza delle infrastrutture di cavi sottomarini esistenti e nuove, che fa seguito a quella di ottobre 2022 sulla protezione delle infrastrutture critiche (tra cui, appunto, i cavi sottomarini). La proposta più ambiziosa da prendere in considerazione “sul lungo periodo” è quella sull’istituzione di una “governance comune” dell’Unione Europea, affiancata da un miglioramento del coordinamento sui finanziamenti per sostenere la realizzazione o l’ammodernamento “significativo” di queste infrastrutture. In questo conteso potrebbero essere riesaminati gli strumenti disponibili e potrebbero confluire gli investimenti privati a progetti di cavi di interesse europeo “a determinate condizioni”. Come azione immediata invece la raccomandazione prevede la creazione di un ‘Cable Security Toolbox’ (un kit di strumenti per la sicurezza delle infrastrutture di cavi sottomarini) e lo snellimento delle procedure per la concessione dei permessi, con un Gruppo di esperti composto dalle autorità degli Stati membri “in fase di istituzione” da parte della Commissione Ue.
Il vero punto saliente del pacchetto presentato dall’esecutivo dell’Unione è il nuovo Libro bianco ‘Come soddisfare le esigenze dell’Europa in materia di infrastrutture digitali?’, che analizza le sfide future e i possibili scenari per attrarre investimenti, promuovere l’innovazione, aumentare la sicurezza e realizzare un Mercato unico digitale. Tra le sfide identificate dal Libro bianco ci sono in particolare le implicazioni dei nuovi modelli di business e delle applicazioni di rete – considerato “l’aumento esponenziale dell’elaborazione, dell’archiviazione e della trasmissione dei dati” – e le esigenze di “investimenti sostanziali e coordinati di oltre 200 miliardi di euro” da parte del settore pubblico e privato per garantire l’installazione di reti digitali ad alta capacità secondo gli obiettivi del Decennio digitale 2030. A rendere le cose più complesse è l’assenza di un Mercato unico delle telecomunicazioni pienamente integrato, ma anche l’approccio frammentato alla gestione dello spettro radio e la mancanza di condizioni di parità normativa per tutti gli attori e gli utenti finali delle reti digitali. Da tenere in considerazione è soprattutto il rischio di dipendenza da grandi fornitori extra-Ue, così come la necessità di maggiore innovazione e capacità industriale, la sostenibilità (“il settore è responsabile tra il 7 e il 9 per cento del consumo globale di elettricità, di circa il 3 delle emissioni globali di gas serra e di quantità crescenti di rifiuti elettronici”) e la sicurezza “in un contesto geopolitico sempre più caratterizzato da tensioni e conflitti”.
Il Libro bianco prevede anche la nascita di una rete di ‘Connected Collaborative Computing’ (definita 3C Network) che avrà l’obiettivo di “creare infrastrutture e piattaforme integrate end-to-end per il cloud e l’edge delle telco” da utilizzare anche per “orchestrare lo sviluppo di tecnologie innovative e applicazioni di intelligenza artificiale per vari casi d’uso”. Questo approccio potrebbe essere preparato attraverso la creazione di progetti pilota su larga scala o di “un eventuale nuovo importante progetto di interesse comune europeo (Ipcei) nel continuum informatico“, anticipa la Commissione Ue. Nel Libro bianco è considerata prioritaria anche la necessità di “sfruttare appieno il potenziale del Mercato unico digitale delle telecomunicazioni“, a partire da “misure che garantiscano una reale parità di condizioni e ripensando l’ambito di applicazione e gli obiettivi dell’attuale quadro normativo”, trovando una soluzione alla questione della convergenza tecnologica tra telecomunicazioni e cloud (“che sono soggetti a quadri normativi diversi”). Infine, la Commissione Ue potrebbe anche prendere in considerazione misure per accelerare lo switch-off del rame entro il 2030 e per promuovere l’ecologizzazione delle reti digitali.