Bruxelles – Mercoledì 28 febbraio la moglie di Alexei Navalny interverrà durante la plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo. “Sono grata che la coraggiosa e brillante Yulia Navalnaya abbia accettato il mio invito a intervenire e parlare al mondo”, ha annunciato oggi (21 febbraio) la presidente dell’Eurocamera, Roberta Metsola.
Dopo aver annunciato in un video sul canale YouTube di Navalny l’intenzione di portare avanti l’impegno del marito e la sua opposizione al regime del presidente russo Vladimir Putin, Julia Navalnaya ha già incontrato i ministri degli Esteri dell’Ue – e il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel – a Bruxelles lunedì 19 febbraio. In quell’occasione l’Ue ha annunciato di voler intitolare ad Alexei Navalny il regime di sanzioni per i diritti umani. Appena due giorni dopo la notizia della morte di Navalny, che era detenuto in Russia da gennaio 2021.
“Insieme, onoreremo l’eredità di Alexei Navalny”, ha scritto in un post su X Metsola. Che proprio oggi, nella riunione con i presidenti dei gruppi politici dell’Eurocamera, ha rimarcato “l’indignazione per l’assassinio” del leader dell’opposizione russa e ha voluto esprimere “le più sentite condoglianze alla moglie Yulia Navalnaya e ai loro figli, alla madre, alla famiglia e agli amici, ai suoi collaboratori e agli innumerevoli sostenitori in Russia”.
Nella dichiarazione della Conferenza dei Presidenti, a quanto si apprende accolta senza obiezioni, l’Eurocamera attribuisce “la piena responsabilità di questo omicidio allo Stato russo e al suo Presidente Vladimir Putin in particolare”. Dal Parlamento europeo l’appello per un’indagine internazionale e indipendente sulle circostanze della morte di Nalvalny e perché la sua salma sia restituita immediatamente alla famiglia.
“Noi leader dei Gruppi politici rimaniamo uniti nella condanna di questo crimine del regime russo e delle sue politiche imperialiste e neocoloniali”, prosegue la dichiarazione. L’Eurocamera ha promesso di rimanere al fianco della società civile russa indipendente e dell’opposizione democratica, “chiedendo continuamente il rilascio di tutti i prigionieri politici”.