Bruxelles – Nel mondo si contano quattro paradisi fiscali in meno: Bahamas, Belize, Seychelles e Isole Turks e Caicos non sono più nella lista nera dell’UE dei Paesi terzi che non scambiano informazioni di natura bancaria e fiscale. Gli Stati membri dell’Ue hanno deciso di depennare i quattro Stati per gli impegni in materia di trasparenza fiscale per un’equa tassazione a livello globale, anche se in modo diverso. Due dei quattro territori sono considerati come ‘normali’, vale a dire pienamente allineati agli standard internazionali, mentre altre due giurisdizioni continuano a essere considerate come più permissive e quindi terreno ancora fertile per qualche possibile scappatoia.
Bahamas e Isole Turks e Caicos finiscono direttamente nella lista dei ‘buoni’. Non passano cioè per la cosiddetta ‘lista grigia’ dei potenziali paradisi fiscali perché “hanno risolto con successo” carenze e problematiche identificate e sollevate dall’Ue.
Albania, Israele, Aruba e Israele cancellati dalla lista grigia
Finiscono invece nella lista grigia dei Paesi extra-Ue Belize e Seychelles, assieme a Armenia, Isole vergini britanniche, Costa Rica, Curaçao, Eswatini, Malesia, Turchia e Vietnam. Dalla lista grigia vengono cancellati Albania e Hong Kong, perché hanno tenuto fede ai loro impegni promessi. Lo stesso vale per Israele e Aruba per quanto riguarda lo scambio automatico di informazioni sui conti finanziari, e quindi anche loro spariscono della lista dell’Unione europea.
Dopo l’aggiornamento operato dal Consiglio dell’Unione europea la lista Ue delle giurisdizioni non cooperativa in materia fiscale contiene adesso 12 nomi: Antigua e Barbuda, Fiji, Guam, Palau, Panama, Russia, Samoa, Samoa americane, Trinidad e Tobago, Isole Vergini americane e Vanuatu.
La prima lista nera dell’Ue dei paradisi fiscali risale al 2017, per ‘censire’ i Paesi extra-Ue non interessati né a un dialogo costruttivo in materia di lotta all’evasione e all’elusione né attenti a mantenere impegni e promesse per il contrasto a regimi di tassazioni ingiusti. Da allora la lista è stata aggiornata a più riprese, non senza polemiche. Dal 2020 la revisione avviene due volte l’anno. La prossima è prevista a ottobre 2024.