Bruxelles – Lo stesso direttore esecutivo di Frontex dimessosi per le evidenze di violazioni “di natura grave” dei diritti umani da parte di membri dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, oggi è tra i candidati di punta dell’estrema destra francese alle europee di giugno e accusa le istituzioni Ue di “incoraggiare un’ondata di migranti”. Fabrice Leggeri è sulla bocca di tutti a Bruxelles per l’annuncio della sua candidatura con Rassemblement National arrivato nel fine settimana e per le bordate all’indirizzo della Commissione Europea su un tema che fino al 2022 lo ha visto tra i maggiori responsabili delle dure critiche rivolte a Frontex, minando la credibilità della stessa agenzia Ue.
“Gli attacchi e le pressioni politiche dimostrano la necessità di opporsi all’Europa attuale“, si legge nel post pubblicato su X sabato (17 febbraio) per annunciare la scelta di campo in vista del voto del 6-9 giugno: “Il Patto sulla migrazione e l’asilo incoraggia l’afflusso di migranti e non tiene conto della sovranità degli Stati, dobbiamo adottare misure concrete per porre fine al traffico di esseri umani e proteggere i nostri confini”. Insinuazioni che – sommate a quelle di “incoraggiare un’ondata di migranti” – si iscrivono nel filone cospirazionista della teoria della grande sostituzione, secondo cui la migrazione in Europa non sarebbe frutto di un moto spontaneo ma di un progetto di sostituzione delle popolazioni che vivono sul continente. “Dobbiamo combattere l’ondata di migranti, una sfida che la Commissione Europea e gli eurocrati minimizzano“, ha attaccato ancora Leggeri: “La mia esperienza a Frontex lo conferma, è ora di adottare misure concrete per proteggere le nostre frontiere”.
“La dichiarazione di Leggeri sulle politiche migratorie è semplicemente sbagliata“, ha voluto mettere in chiaro la portavoce della Commissione Ue responsabile per Affari interni e migrazione, Anitta Hipper, in un punto con la stampa di Bruxelles oggi (19 febbraio), sottolineando che “sul piano legislativo abbiamo un accordo politico dopo anni di discussioni intense” sul Patto migrazione e asilo. La stessa portavoce ha ribadito che “la migrazione può e deve essere gestita in un modo ordinato” e ha rivendicato il lavoro dell’esecutivo Ue nel corso della legislatura agli sgoccioli sia sul fronte della “lotta ai trafficanti e alla criminalità organizzata con piani operativi su tutte le rotte migratorie”, sia su quello del “rafforzamento degli strumenti, anche finanziari, a disposizione degli Stati membri alle frontiere”. No comment invece per quanto riguarda la decisione dell’ex-direttore esecutivo di Frontex di scendere in campo con l’estrema destra francese: “Non commentiamo le scelte politiche personali e le notizie della campagna elettorale“.
Eppure il modo in cui l’ex-numero uno di un’agenzia Ue è passato da un incarico istituzionale a una candidatura con un partito nazionalista e particolarmente estremista nel suo settore di competenza solleva non poche questioni sull’operato degli ultimi anni di Frontex. “Dopo aver lasciato il mio incarico a Frontex nell’aprile 2022, ho capito che dovevo impegnarmi politicamente per difendere le mie convinzioni“, ha scritto Leggeri nel suo post, mistificando la realtà che l’ha visto dimissionario nell’aprile 2022 dopo un’inchiesta dell’Ufficio europeo anti-frode (Olaf) sulle accuse di cattiva condotta in relazione alle violazioni dei diritti umani alle frontiere esterne dell’Ue. Come poi emerso dal rapporto dell’Ufficio Ue, Frontex sotto Leggeri si è distinta per il coinvolgimento attivo o passivo (cioè di non impedimento delle violazioni) nei pushback – respingimenti illegali di persone con diritto alla protezione internazionale ai confini dell’Unione Europea – messi in atto dalla guardia costiera greca. Inoltre lo stesso Leggeri era stato responsabile di risposte parziali o ingannevoli alle richieste di Commissione e Parlamento Europeo, comprese le critiche per “dilettantismo su temi operativi, ossessione su temi di diritti fondamentali e cretinismo burocratico”.