Bruxelles – Mancano poche settimane alla presentazione della nuova strategia per l’industria della difesa europea, ma la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, lascia già intendere in quale direzione intende procedere l’esecutivo dell’Unione su questo settore strategico. “Servono più investimenti, più coordinati e più europei, per questo entro il prossimo mese presenteremo una strategia per l’industria della difesa europea“, è quanto annunciato oggi (16 febbraio) in un punto stampa con il ministro-presidente della Baviera, Markus Söder, e il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, prima dell’inizio dell’annuale Conferenza sulla sicurezza di Monaco.
L’anticipazione era già arrivata a settembre dello scorso anno all’interno della comunicazione agli Stati membri sulla competitività, ma con la legislatura prossima alla fine è arrivato il momento di presentare il piano in ottica anti-Russia e anti-Cina. Gli investimenti “più sostenibili e sul lungo termine” sul piano dell’industria della difesa dovranno essere convogliati in “più progetti condivisi” tra i Ventisette, in un quadro secondo cui “se i contribuenti europei investono miliardi nella difesa, allora devono aspettarsi che ci sia un ritorno negli investimenti, cioè buoni posti di lavoro in Europa“. Al momento l’agenda del Collegio dei commissari prevede il punto sulla strategia sull’industria della difesa e sul programma europeo di investimenti per la difesa (Edip) per il 27 febbraio, “ma è ancora provvisoria”, precisa alla stampa di Bruxelles la portavoce della Commissione Ue responsabile per il Mercato interno, l’industria della difesa e lo spazio, Johanna Bernsel.
Nel suo intervento a Monaco von der Leyen ha ribadito che “le autocrazie in tutto il mondo guardano all’esempio” della guerra russa in Ucraina “e come rimaniamo uniti e reagiamo a questa aggressione”. Un riferimento implicito anche alle parole di Donald Trump – sul venir meno alla difesa da eventuali attacchi futuri da Mosca ai Paesi europei – considerata la presenza del segretario generale dell’Alleanza Atlantica al suo fianco: “La strategia di rafforzamento dell’industria della difesa europea è in stretta collaborazione con la Nato sui processi di pianificazione e standard“, ha assicurato von der Leyen. Non è un caso se i 31 alleati stanno mettendo a terra i piani di aumento degli investimenti nazionali nel settore della difesa, con il target del 2 per cento in rapporto al Pil che quest’anno sarà raggiunto da “18 Paesi, tra cui la Germania” – ha reso noto Stoltenberg – e il Montenegro (come annunciato dal primo ministro del Paese balcanico, Milojko Spajić, in un’intervista a Eunews).
Considerando che 22 Paesi Ue sono anche membri della Nato, la parallela strategia dell’Unione sarà però fondamentale per evitare doppioni. “Abbiamo un mercato della difesa molto frammentato e questo deve cambiare“, ha chiarito von der Leyen parlando a Financial Times e facendo riferimento al ruolo della Commissione Ue come “facilitatore, non acquirente” nel campo dell’industria della difesa. Il parallelo è quello degli acquisti congiunti di vaccini Covid-19 e gas da parte dei Ventisette: “Dovremmo lavorare con incentivi per far sì che gli Stati membri lavorino meglio insieme“, per esempio “se vogliono un nuovo carro armato, si riuniscano”. A rafforzare il messaggio della presidente dell’esecutivo Ue è stato il segretario generale della Nato: “Se vogliamo una pace duratura, dobbiamo continuare a fornire all’Ucraina armi e munizioni, ciò richiede l’espansione della nostra base industriale transatlantica anche per rifornire le nostre scorte”.