Bruxelles – Anche nel 2024, il porto italiano di Civitavecchia si dovrebbe confermare il primo in Italia per il numero di passeggeri delle navi da crociera. Record nel 2023 con oltre 3 milioni di passeggeri di crociere nel porto laziale, senza precedenti rispetto a tutti i porti italiani. Per l’anno corrente il trend si prospetta in crescita, secondo le stime della società Risposte Turismo nel suo Speciale Crociere 2024.
Dopo la ripresa a seguito della pandemia, i numeri sono andati al rialzo in riferimento al numero di persone in viaggio. “I 2,69 milioni di passeggeri totalizzati nel 2019 erano già un primato di questo scalo. Ma i 3 milioni raggiunti ora sono un record storico rispetto a tutti i porti italiani“, ha sottolineato Pino Musolino, presidente dell’Autorità di sistema portuale del Tirreno centro meridionale.
Nel 2021 è stata registrata una crescita del 305 per cento, seguita da un 258 per cento in più nel 2022. Il 2023 ha registrato un 48 per cento di crescita, registrando un numero di passeggeri che supera anche i dati del 2019, precedente anno record. Il 2023 si conferma “il miglior anno di sempre per la crocieristica italiana“, secondo Risposte Turismo.
Per Civitavecchia, il numero di passeggeri nell’anno record è stato esponenziale e segna un aumento rispetto al 2022 di oltre il 50 per cento e, rispetto al 2019, del 25 per cento. L’aspetto più rilevante riguarda la crescita dei passeggeri in turnaround rispetto a quelli in transito. In parole più semplici, parliamo di un incremento di passeggeri che cominciano o terminano la loro crociera a Civitavecchia, rispetto a quelli che hanno il porto come tappa intermedia del loro percorso.
Le ricadute positive sono ben spiegate da John Portelli, direttore generale di Roma Cruise Terminal (la società che gestisce i terminal crocieristici del porto di Civitavecchia): “Nel 2019, il 38 per cento del totale dei crocieristi arrivati nello scalo era in turnaround mentre quest’anno la percentuale è salita al 47 per cento: questo è importante perché sui passeggeri in turnaround lavorano i portuali per portare le valigie, ma si utilizzano anche più addetti alla security per i controlli; e poi ci sono ricadute su alberghi e bed & breakfast, perché molti crocieristi dormono a Civitavecchia o a Roma”. Aggiunge Portelli: “L’obiettivo dei 3 milioni di crocieristi è stato raggiunto al 31 ottobre 2023; pensiamo di finire l’anno anche oltre, con 3,29 milioni; abbiamo l’obiettivo di arrivare a 3,5 milioni nel 2025“.
Le stime di Portelli sono state confermate rispetto al 2023, anno in cui Civitavecchia ha mantenuto il secondo posto a livello europeo come numero di passeggeri movimentati, seconda solo al porto di Barcellona, ma prima come numero di navi ospitate. A livello italiano, in seconda e terza posizione si collocano Genova e Napoli.
Per il 2024, il trend come già detto si prospetta positivo, anche se con una crescita meno impattante degli anni precedenti. Nonostante questo, dovrebbe permettere all’Italia di segnare un ulteriore record, con oltre 13,8 milioni di passeggeri totali (non solo quelli delle crociere) e 5.200 toccate nave, cioè arrivi e partenze nei porti.
Aumento dello 0.5 per cento per il porto di Civitavecchia, che dovrebbe confermare la propria prima posizione, sia per traffico passeggeri che per passaggio navi. Genova e Napoli, secondo le stime, invertiranno le proprie posizioni, con il porto ligure in grande calo (-11,7 per cento quanto a passeggeri e -10,3 per cento di toccate nave) e quello campano in buona crescita.
Il porto romano è pronto ad espandersi nel 2025, con l’apertura di un nuovo terminal che affiancherà quello storico, l'”Amerigo Vespucci”. I lavori sul nuovo terminal Donato Bramante dovrebbero iniziare nella seconda metà di questo anno, per essere pronti ad accogliere i primi crocieristi nell’anno seguente.
L’apertura di un nuovo terminal per Civitavecchia impatterà significativamente sul traffico passeggeri, permettendo al porto italiano di incrementare ulteriormente e consolidare la propria posizione come porto di riferimento nel Bel Paese. I benefici, oltre per l’economia locale, si registreranno di certo anche per l’industria del turismo in generale, confermando la necessità per l’Italia di investire su questo settore.