Bruxelles – Tecniche di cattura e stoccaggio del carbonio e nucleare. Nei piani climatici di Bruxelles al 2040 ci sono, da un lato, le contestate tecnologie CCS e, dall’altro, l’energia dell’atomo. Non ha dubbi il commissario europeo per l’Azione per il clima, Wopke Hoekstra, che oggi è stato ‘interrogato’ dagli eurodeputati della commissione per l’Ambiente (Envi) del Parlamento europeo sulla comunicazione sul target climatico intermedio al 2040, presentata lo scorso 6 febbraio dall’esecutivo comunitario raccomandando un taglio delle emissioni del 90 per cento rispetto ai livelli del 1990.
Parte dello sforzo climatico intermedio al 2040 dovrà però riguardare i Paesi extra Ue. “Il 93 per cento delle emissioni viene prodotta fuori dall’Unione europea e questo non significa in alcun modo che l’Ue non deve fare del suo meglio per abbattere quel 7 per cento perché il cambiamento climatico è indiscriminato ma che se non facciamo di tutto per abbattere quel 93 per cento ci troveremo in una situazione molto, molto difficile qui in Europa, ma anche in Africa, America Latina, Asia e Nord America”, ha ricordato il commissario.
Una comunicazione, non ancora una proposta giuridicamente vincolante. Lo precisa Hoekstra, rimettendo dettagli e proposta legislativa vera e propria nelle mani della prossima Commissione europea, che si insedierà dopo le elezioni del 6-9 giugno. E’ una “direzione di marcia ma non è ancora una proposta legale che attenderà alla prossima Commissione e al prossimo Parlamento”, ha messo in chiaro il commissario europeo, precisando che saranno le prossime istituzioni a “decidere e a essere molto, molto, molto più precisi e molto, molto più dettagliati sul suo significato e su quali saranno le conseguenze”.
La Commissione europea di oggi ha però avviato un dialogo, un confronto con Stati membri, Europarlamento, ma anche cittadini e imprese. Sulla base di questo confronto, il futuro esecutivo europeo arriverà con una proposta, che difficilmente si allontanerà dal target del 90 per cento, dal momento che è stato raccomandato a Bruxelles dal comitato consultivo per il clima.
Hoekstra rimane convinto che il nucleare avrà “uno spazio nella soluzione” per raggiungere questi obiettivi. “Non possiamo permetterci di tenerlo fuori e so che ci sono molte divisioni tra i Paesi ma la tassonomia” – ovvero il sistema di classificazione degli investimenti sostenibili dell’Ue – è chiara e una serie di Stati membri dipendono in larga misura dal nucleare”. Lo stesso vale per le tecnologie di cattura e stoccaggio di carbonio. “Non dobbiamo essere ideologici, non dobbiamo demonizzarle perché siamo in una situazione in cui non possiamo permettercelo. Ci serviranno soprattutto in quei settori difficili da decarbonizzare”. Il commissario olandese si è detto convinto che queste tecniche – solitamente applicate su impianti industriali, come cementifici o impianti siderurgici, e nelle centrali elettriche – possono applicarsi “solo a una piccola percentuale dell’equazione” ma che sono “parte della soluzione”.