Bruxelles – Il nuovo Meccanismo europeo di stabilità serve, serve come non mai. Per rendere il settore bancario dell’eurozona ancora più resistente, per mettersi al riparo da situazioni spiacevoli che non possono escludersi alla luce dei “tanti rischi, tanta incertezza e tanta insicurezza che vediamo”. L’Europa torna a fare pressioni sull’Italia, stavolta attraverso Mairead McGuinness, la commissaria per i Servizi e i mercati finanziari. E’ lei a ribadire la centralità del MES e l’importanza della ratifica del trattato che riforma l’organizzazione inter-governativa e sottoscritto da tutti nel 2021, senza però seguiti per il ‘no’ dell’Italia, prima a livello di governo e poi di Parlamento.
“A volte bisogna dire sempre le stesse cose, per far capire che non abbiamo cambiato idea sull’importanza dell’unione bancaria“, sottolinea McGuinness in occasione dell’incontro annuale del Comitato unico di risoluzione (SRB), l’autorità di risoluzione delle crisi dell’Unione bancaria europea. “Senza progressi dobbiamo comprendere quali sono le conseguenze”, avverte. Perché, mette in guardia, “ci saranno sempre dei rischi, attesi o imprevisti”, soprattutto in tempi di forti tensioni geo-politiche.
Dal primo gennaio 2022, secondo le intenzioni degli Stati di eurolandia, il fondo salva-Stati avrebbe dovuto iniziare a fornire denaro al Fondo di risoluzione unico, istituito per ristrutturare o liquidare le banche in difficolta, senza gravare sui cittadini. Il nuovo MES, così come previsto dal trattato per la sua riforma, avrebbe così fornito il cuscinetto finanziario, il cosiddetto “backstop” comune, per mettere al sicuro il sistema finanziario europeo. Adesso, invece, critica McGuinness, “senza il backstop del MES ci manca uno strumento importante per aiutare a proteggere le famiglie, i contribuenti e le piccole imprese dai costi di una grave crisi finanziaria”.
Dato il contesto costituito da incognite “è deplorevole che questo elemento di unione bancaria non sia ancora in atto“, l’affondo della commissaria per i Mercati e i servizi finanziari. Una vera e propria censura per un’Italia dipinta come isolata, oltre che come partner inaffidabile. Il trattato che riforma il MES “è stato ratificato in tutti i parlamenti nazionali tranne uno”, e questo, sottolinea McGuiness, “testimonia l’impegno dei paesi dell’area euro nel rafforzare l’unione bancaria e nel garantire che i cittadini e le piccole imprese siano protetti in una crisi bancaria”.
L’Italia deve capire che non c’è alternativa: è questo il messaggio neanche troppo velato per il governo Meloni e i partiti di maggioranza. “Il modo migliore per garantire un settore bancario europeo resiliente e a prova di futuro è completare l’Unione bancaria“, insiste McGuinness. Il che implica procedere alla ratifica del MES.