Bruxelles – Piacere personale e di coppia, voglia di nuove esperienze, e perché no?, anche un pizzico di trasgressione. Quale che sia la fantasia erotica, in Europa non c’è problema: il mercato dei giocattoli sessuali può soddisfare ogni tipo di desiderio, con accessori di qualunque tipo disponibili nei negozi specializzati aperti negli Stati membri dell’UE. Ma attenzione: sotto le lenzuola si annidano rischi per la salute. Perché non ci sono normative europee specifiche per un settore in crescita, quello dei sex toys, e che potrebbe lasciare spazio a spiacevoli sorprese post-sesso.
C’è la sensazione che le regole UE devono essere riviste, in nome della salute. Sara Cerdas, europarlamentare socialista (S&D), membro della neonata sottocommissione per la Salute pubblica, richiama l’attenzione su un tema che merita un ragionamento, anche considerato un mercato in espansione. Con apposita interrogazione, la deputata europea portoghese, una laurea in medicina all’università di Lisbona e un master in scienze di salute pubblica all’università di Umea (Svezia), invita la Commissione a legiferare in materia per via della natura particolare dei ‘sex toys’.
“Date le caratteristiche specifiche dei dispositivi, come il contatto diretto con le mucose, essi comportano rischi aggiuntivi per gli utilizzatori se i prodotti non sono accompagnati da informazioni pertinenti”, spiega Cerdas nel testo di accompagnamento alla richiesta di specifiche normative UE in materia di sicurezza e tutela dei consumatori e consumatrici.
La Commissione però non vuole procedere. Imbarazzo per la natura dell’interrogazione o semplice fine legislatura che impedisce di lavorare a questa come ad altre iniziative? La risposta fornita a nome del collegio da Didier Reynders, commissario per la Giustizia, non aiuta a comprendere le ragioni del ‘no’ dell’esecutivo comunitario. Reynders però è perentorio: “La Commissione non intende presentare nel prossimo futuro una proposta legislativa settoriale sui giocattoli sessuali“.
E’ vero, riconosce il commissario, che allo stato attuale “non esiste una legislazione settoriale che regolamenta specificamente i giocattoli sessuali”, ma a giudizio del team von der Leyen è sufficiente quello che già esiste in materia di sicurezza dei prodotti non alimentari autorizzati al commercio nell’Unione europea, vale a dire il regolamento generale sulla sicurezza dei prodotti. Per quanto riguarda i giocattoli sessuali, “questi prodotti e i relativi rischi rientrano nell’ambito di applicazione del regolamento e sono quindi coperti dalle norme dell’UE”.
La risposta fornita mostra un differenza di veduta tra chi – la Commissione – ritiene che i rischi sono gestiti e gestibili e chi – Sara Cerdas – ritiene necessario un intervento normativo. Anche perché, sottolinea l’europarlamentare, “si prevede che la domanda di giocattoli sessuali nel mercato dell’UE aumenterà e richiederà ulteriore attenzione da parte dei legislatori“.
Secondo gli operatori di mercato e di settore, il business dei sex toys all’interno della sola Unione europea è destinato a crescere dagli oltre 8,7 milioni di euro del 2021 agli oltre 14,2 milioni di euro entro il 2028. Una domanda che pone le questioni dell’affidabilità di prodotti per la salute. A cui questa Commissione per ora resta indifferente.