Bruxelles – È un avvertimento alle istituzioni comunitarie, mentre la protesta dei trattori non si è ancora esaurita. “Senza un cambio di rotta in Europa, dopo gli agricoltori scenderanno in piazza gli operai“, mette in guardia il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, parlando con un gruppo di giornalisti – tra cui Eunews – prima di incontrare il commissario europeo per il Mercato interno, Thierry Breton, e la vicepresidente della Commissione Ue e responsabile per la Concorrenza, Margrethe Vestager, al Berlaymont.
Proprio con il commissario Breton il ministro italiano si è confrontato questo pomeriggio (8 febbraio) sulla politica industriale europea, “anche alla luce di quello che sta accadendo in merito alla protesta degli agricoltori sulla Politica agricola comune”. A nome dell’intero governo Urso ha risposto brevemente alle domande sull’impatto delle proteste degli agricoltori sulle politiche comunitarie – “l’Italia da tempo ha chiesto un cambio di rotta all’Europa, finalmente ci danno ragione” – soffermandosi più sull’auspicio che “questo avvenga anche per la politica industriale”. A questo riguardo la richiesta è quella di “un cambio di rotta significativo, che concili nel campo dell’industria la sostenibilità ambientale con la sostenibilità sociale e produttiva e quindi la competitività”.
Nel punto con la stampa a Bruxelles il ministro per le Imprese ha poi attaccato proprio la politica climatica dell’Unione, sostenendo che “vanno riviste le tappe e le modalità” del Green Deal, “per giungere all’obiettivo della piena sostenibilità ambientale”. Mentre l’obiettivo finale del 2050 “deve essere mantenuto”, sono le tappe che devono essere rese “sostenibili”, ha aggiunto il ministro: “L’Europa deve dare l’esempio al mondo” sulla sostenibilità ambientale, “ma lo deve fare consentendo alle proprie imprese, ai propri lavoratori e ai propri cittadini di giungere a quell’appuntamento tutelando la loro attività”.
Sul fronte della politica industriale, appunto, Urso ha rivendicato il successo di Roma su alcuni dossier – “siamo riusciti a cambiare Euro7, ecodesign, il dossier sulle materie prime critiche” – e ha rilanciato su altri non ancora chiusi, “penso a quello sul packaging”. È in questo quadro che l’avvertimento all’Ue sui rischi di nuove proteste di piazza in caso di un cambio di rotta mancato si incrocia con la richiesta del governo italiano di “consentire che nel nostro continente sopravviva un sistema produttivo capace di sostenere un sistema sociale e occupazionale che i nostri cittadini meritano“, è l’esortazione di Urso prima dell’incontro con i membri del gabinetto von der Leyen.