Bruxelles – Dopo l’avvicinamento del premier ungherese, Viktor Orbán, i Conservatori e Riformisti Europei allargano la ragnatela delle alleanze in vista delle elezioni europee di giugno. A margine della sessione plenaria del Parlamento Ue a Strasburgo, il presidente del gruppo Ecr all’Eurocamera, Nicola Procaccini, ha annunciato oggi (7 febbraio) l’ingresso di un nuovo partito, l’estrema destra francese Reconquête, rappresentata dall’eurodeputato Nicolas Bay (vicepresidente del partito).
“È giovane, ma ha già una lunga esperienza politica a livello europeo, nazionale e territoriale, porta nel gruppo Ecr la sua esperienza e il suo patrimonio di valori conservatori”, è stata la presentazione alla stampa del nuovo membro. “Ha lavorato per tanti anni in commissione Libe, dove i temi della giustizia e del contrasto all’immigrazione illegale sono particolarmente importanti per noi“, ha aggiunto Procaccini: “Con Nicolas potremo fare un passo avanti nella nostra azione politica”.
Al di là dell’ingresso del singolo eurodeputato – che porta a 68 il numero dei membri di Ecr al Parlamento Ue – la notizia arrivata oggi evidenzia in particolare come la forza politica europea guidata dalla premier italiana, Giorgia Meloni, stia rafforzando la tela dei rapporti con tutti i partiti di estrema destra e nazionalisti ancora non accasati a Strasburgo per aspirare a diventare il quarto – se non addirittura il terzo – gruppo più numeroso nella prossima legislatura europea. Ne è una dimostrazione l’intesa con Reconquête (anche se per il momento si tratta solo del gruppo all’Eurocamera, non del Partito Ecr), ma anche le voci sempre più insistenti che vedono il partito ungherese Fidesz del premier Orbán prossimo all’ingresso nel partito europeo dopo le elezioni di giungo. “Sì, siamo pronti ed entreremo”, ha assicurato lo stesso uomo forte di Budapest a margine dell’incontro con Meloni la notte prima del Consiglio Europeo straordinario del primo febbraio.
Ma queste mosse pre-elettorali rischiano allo stesso tempo di compromettere del tutto il disegno di un complicatissimo ribaltamento delle alleanze all’Eurocamera nella prossima legislatura. Una parte del Partito Popolare Europeo (Ppe) – tra cui il presidente Manfred Weber e il vicepresidente Antonio Tajani – guarda con interesse a un possibile avvicinamento con i conservatori (nonostante una serie di frizioni quasi impossibili da superare, dagli ungheresi di Fidesz ai polacchi di Diritto e Giustizia) ma è necessaria la sponda di un terzo gruppo. I popolari spingono per i liberali di Renew Europe, ma le scelte politiche dei conservatori sembrano aver messo una pietra tombale a questo disegno post-elezioni di giugno. “Con il benvenuto a Reconquête l’unica cosa che il gruppo Ecr ha conquistato è la sua definitiva esclusione dai negoziati politici, anche prima dell’arrivo di Orbán“, ha messo in chiaro in un posto su X la neo-presidente del gruppo di Renew Europe, Valérie Hayer: “Non permetteremo all’estrema destra europea di distruggere i nostri valori europei in Parlamento”.
“A destra è calato il silenzio sui sogni napoleonici di Éric Zemmour di conquistare il Nord Italia. Dalla Lega sono pronti a cedere il Nord alla ‘Grande Francia’?” così ironizza in una nota Sabrina Pignedoli, europarlamentare del Movimento 5 Stelle. “Da Bossi a Salvini siamo passati dall’indipendenza alla colonia. Peccato però che a pagarne le conseguenze sono sempre i cittadini del Nord Italia”, conclude Pignedoli.