Bruxelles – La Commissione Europea spinge per un quadro aggiornato delle norme del diritto penale per cercare di mettere fine a un “reato odioso che si è evoluto in modo significativo negli ultimi anni”, ovvero l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori. Ed è lo stesso esecutivo comunitario a spiegare come la minaccia sia “reale e in aumento in tutta l’Unione”, rendendo necessario l’aggiornamento delle attuali norme approvate nel 2011: “È necessario adattarle per affrontare gli ultimi sviluppi e rafforzare la prevenzione e la protezione delle vittime”.
L’aumento della presenza online dei minori e gli ultimi sviluppi tecnologici “creano nuove possibilità di abuso”, tanto che solo nel 2022 sul territorio comunitario sono state registrate 1,5 milioni di segnalazioni di abusi sessuali su minori. “Un bambino su cinque subisce una qualche forma di violenza sessuale, sia offline che online”, è quanto sottolinea l’esecutivo comunitario, avvertendo che su Internet gli autori di abusi possono “incontrarsi e condividere istantaneamente video e immagini di gravi violenze sessuali su bambini, spesso molto piccoli”. È per questa ragione che le norme riviste proposte oggi (6 febbraio) dal gabinetto von der Leyen – ora al vaglio dei co-legislatori di Parlamento e Consiglio dell’Ue – ampliano le definizioni dei reati e introducono pene più elevate e requisiti più specifici per la prevenzione e l’assistenza alle vittime, contestualmente agli obblighi già previsti dal Digital Services Act per le piattaforme online di individuare, segnalare e rimuovere il materiale pedopornografico segnalato.
Sul fronte dell’ampliamento della definizione dei reati connessi all’abuso sessuale su minori, in tutti i 27 Paesi membri Ue dovrebbero essere inclusi nuovi reati come il livestreaming, il possesso e lo scambio di manuali di pedofilia e di materiale pedopornografico deep fake e generato dall’intelligenza artificiale. A questo si accompagna il rafforzamento dell’azione penale, della prevenzione e del sostegno alle vittime, garantendo un periodo di tempo più lungo durante il quale possono essere denunciati gli abusi sessuali subiti e richiesta un’azione penale contro l’autore del reato. Sarà garantito il diritto a un risarcimento economico “per far fronte ai danni a lungo termine” causati da questi abusi, mentre gli Stati membri saranno tenuti a istituire un meccanismo di coordinamento “per utilizzare al meglio i programmi disponibili” in materia di prevenzione e assistenza alle vittime.
Sempre ai Ventisette viene anche richiesto di aumentare gli investimenti nella sensibilizzazione, soprattutto per quanto riguarda i rischi online. I nuovi requisiti garantiranno che i candidati a lavorare a stretto contatto con i bambini o per organizzazioni attive contro l’abuso sessuale sui minori debbano fornire il proprio casellario giudiziario e diventerà obbligatoria la segnalazione di un reato almeno da parte dei professionisti in questo settore. La proposta presentata oggi dalla Commissione Ue si inserisce nella strategia Ue 2020-2025 per una lotta più efficace contro gli abusi sessuali sui minori, da completare a marzo con una raccomandazione sui sistemi integrati di protezione dei minori “che rafforzerà le misure contro tutte le forme di violenza, compresi gli abusi online”.