Strasburgo, dall’inviata – Ridurre le emissioni nette di gas serra del 90 per cento entro il 2040, come tappa intermedia per la neutralità climatica entro la metà del secolo. La Commissione europea ha adottato oggi (6 febbraio) la sua raccomandazione sul nuovo target climatico intermedio al 2040, seguendo sulle cifre quanto raccomandato a Bruxelles dal Comitato consultivo scientifico europeo sui cambiamenti climatici.
Come previsto, la comunicazione adottata oggi dal collegio a Strasburgo non è una proposta legislativa vera e propria: Bruxelles ha presentato solo una raccomandazione, sotto forma di comunicazione della Commissione, accompagnata da una dettagliata valutazione d’impatto con tre scenari ipotizzati. Sarà quindi la prossima Commissione ad avere la responsabilità politica di proporre una proposta legislativa sull’obiettivo del 2040 e sul quadro politico di accompagnamento per il periodo successivo al 2030, dopo le elezioni europee e probabilmente a inizio 2025. Una raccomandazione, dunque, per “avviare il dibattito” tra gli Stati membri Ue, come ha sintetizzato il commissario europeo per l’Azione per il clima, Wopke Hoekstra, presentando l’iniziativa in un dibattito dedicato.
Efficienza energetica, edifici e industria, poi ancora agricoltura e trasporto dell’idrogeno. Nella comunicazione, Bruxelles ha individuato un blocco di 8 aree (dal sistema energetico al comparto agricolo) in cui raccomanda agli Stati membri di mettere in campo “misure decisive” per contribuire all’obiettivo del 2040 e creare le “condizioni favorevoli” per raggiungerlo. Secondo le stime, sarà necessario investire annualmente “un ulteriore 1,5 per cento del Prodotto interno lordo rispetto al decennio 2011-2020 nella transizione, allontanando le risorse da usi meno sostenibili come i sussidi ai combustibili fossili” e sarà il settore privato a realizzare “la maggior parte di questi investimenti se il quadro politico incentiverà gli investimenti a basse emissioni di carbonio e scoraggerà quelli ad alta intensità di carbonio”.
Complici le proteste delle ultime settimane degli agricoltori in tutta Europa, la Commissione ha limato e indebolito parte della raccomandazione che riguarda il settore agricolo, eliminando ogni riferimento alla necessità che l’agricoltura riduca “le emissioni del 30 per cento entro il 2040 rispetto ai livelli del 2015″, come era previsto in una prima bozza della comunicazione che Eunews aveva visionato.
Nella raccomandazione, Bruxelles riconosce che “come tutti gli altri settori, le attività agricole svolgono un ruolo importante nel raggiungimento delle ambizioni climatiche dell’Ue per il 2040, contribuendo al contempo alla sovranità alimentare”. Secondo l’esecutivo comunitario, “con politiche efficaci che premino le buone pratiche e un sostegno adeguato” il comparto “può anche contribuire a ridurre le emissioni e a fornire altri servizi vitali, come il miglioramento della capacità dei suoli e delle foreste di immagazzinare più carbonio”, dice, senza inserire obiettivi specifici che sarebbero troppo scivolosi in vista delle elezioni europee del 6-9 giugno.
La legge europea sul clima e il target 2040
La Legge europea sul clima (adottata a Bruxelles nel 2021) ha fissato l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra del 55 per cento entro il 2030 e impegnato tra le altre cose l’Unione europea a stabilire un nuovo obiettivo intermedio per il 2040 e un bilancio indicativo previsto per i gas a effetto serra dell’Unione per il periodo 2030-2050, ovvero quante emissioni nette di gas serra possono essere emesse in quell’arco temporale senza mettere a rischio gli impegni dell’Unione.
Il 2040 è dunque il secondo target intermedio prima di arrivare alla neutralità carbonica nel 2050. Dopo il 2050 si considerano emissioni negative: cioè non potranno più essercene di nuove, ma rimarranno quelle esistenti. La tempistica delle discussioni per il 2040 è strettamente legata al ciclo di ambizione quinquennale dell’Accordo di Parigi sul clima del 2015, che fissa l’impegno a limitare l’aumento della temperatura entro 1,5°C. Per raggiungere il target del 90 per cento rispetto ai livelli del 1990, stima Bruxelles, “le emissioni rimanenti di gas serra dell’Ue nel 2040 dovrebbero essere inferiori a 850 Megatone di CO₂equivalente e l’assorbimento di carbonio (dall’atmosfera) dovrebbe raggiungere i 400 MtCO₂e”, si legge nella comunicazione.
Nucleare e stoccaggio per il target 2040
Non solo rinnovabili per raggiungere il target intermedio al 2040. Pubblicando la raccomandazione, Bruxelles pone l’accento sul ruolo che l’energia pulita avrà per abbattere le emissioni ma ammette anche di dover investire sulle tecnologie per gestire a livello industriale il carbonio e sulle tecnologie a basse emissioni, come il nucleare. Per questo, in parallelo la Commissione ha pubblicato una comunicazione dedicata a creare un mercato europeo delle tecnologie in grado di catturare la CO2 o di rimuoverla direttamente dall’atmosfera per poi immagazzinarla o utilizzarla.
Bruxelles ha fissato un obiettivo di 50 milioni di tonnellate all’anno di capacità di stoccaggio di CO2 entro il 2030, che arrivare a 280 milioni di tonnellate entro il 2040 per contribuire all’obiettivo di riduzione delle emissioni del 90 per cento entro quella data (rispetto ai livelli del 1990). La comunicazione, priva di valore legislativo, si concentra su tre tecnologie in particolare: quelle che catturano la CO2 per lo stoccaggio (le cosiddette CCS); quelle di cattura di CO2 per l’utilizzo (CCU) e poi le tecnologie per la rimozione di CO2 direttamente dall’atmosfera, ovvero le tecniche che attualmente sono anche le più costose secondo l’agenzia internazionale per l’energia. Nella comunicazione non ci sono obiettivi vincolanti, ma Bruxelles fa sapere che avvierà i lavori preparatori pubblicare un “pacchetto normativo per il trasporto e lo stoccaggio della CO2”, che prenderà in considerazione la struttura del mercato e dei costi, l’accesso di terzi.
Bruxelles ha poi formalizzato l’intenzione di lanciare un’Alleanza industriale sui piccoli reattori modulari nucleari “per migliorare la competitività industriale e garantire una solida catena di approvvigionamento dell’Ue e una forza lavoro qualificata”. In conferenza stampa la commissaria europea per l’energia, Kadri Simson, ha anticipato che in settimana, probabilmente giovedì, la Commissione aprirà il bando per aderire all’iniziativa, che sarà ufficialmente lanciata nei prossimi mesi.
Lo scopo dell’Alleanza non sarà legislativo ma sarà quello di riunire governi, operatori del settore e parti interessate che cercano di accelerare lo sviluppo del settore, prendendo atto di un crescente interesse di diversi Stati membri per le tecnologie nucleari.I piccoli reattori modulari sono reattori nucleari più piccoli sia in termini di potenza sia di dimensioni fisiche, rispetto alle centrali tradizionali su scala gigawatt, con una potenza compresa tra 10 e 300 MegaWatt. Si basano su tecnologie esistenti e sono progettate per essere costruite in fabbrica in forma modulare standard e il loro vantaggio principale è che possono essere assemblati in fabbrica e poi spediti e installati sul posto, quindi anche in aree remote con capacità di rete limitata o in aree in cui l’uso di grandi centrali nucleari tradizionali non è possibile.
Le reazioni
Tra i primi a rispondere c’è Eurofer, l’industria dell’acciaio europea, una delle più inquinanti, che commenta: “Abbiamo urgentemente bisogno di un quadro favorevole agli investimenti, con al centro l’energia a prezzi accessibili e un campo di gioco internazionale, per sostenere la transizione industriale dell’UE, invece di concentrarci solo su un dibattito astratto sulla definizione degli obiettivi”.
La Commissione europea, sostiene in una nota Copa Cogeca, la maggiore associazione europea dei coltivatori “ha adottato un approccio pragmatico nell’esaminare le “condizioni politiche favorevoli” che potrebbero sostenere un’ulteriore riduzione dei gas serra entro il 2040 nel settore agricolo”. A prima vista, Copa e Cogeca “accolgono con favore soprattutto la volontà di rafforzare il settore della bioeconomia e il rinnovato interesse a parlare con gli agricoltori nel quadro del dialogo strategico. Le attività di sensibilizzazione in corso aiuteranno la prossima Commissione a presentare proposte legislative per il quadro politico post-2030, che consentiranno di raggiungere l’obiettivo del 2040 in modo equo ed efficiente in termini di costi”.
Nella sua comunicazione sulla gestione industriale del carbonio, la Commissione sta esplorando i quadri di tariffazione del carbonio per i settori difficili da abbattere, tra cui l’agricoltura. Il Copa e la Cogeca hanno preso atto della proposta della Commissione di istituire una task force specifica per sviluppare un approccio globale alla tariffazione e ai mercati del carbonio.
Dopo le elezioni europee, la prossima Commissione proporrà una revisione della legge europea sul clima per rendere l’obiettivo UE 2040 giuridicamente vincolante. “Gli agricoltori europei, i proprietari di foreste e le loro cooperative – afferma ancora la nota – si aspettano che la nuova Commissione sostenga il settore nel continuare a realizzare azioni concrete per ridurre le emissioni, alimentando al contempo una popolazione in rapida crescita e fornendo un’alternativa sostenibile ai materiali di origine fossile”.