Bruxelles – L’Ue rivede al ribasso gli impegni sulla consegna di un milione di munizioni all’Ucraina entro marzo 2024. L’Alto Rappresentante per gli Affari Esteri, Josep Borrell, dopo il confronto con i ministri della Difesa dei 27, alza bandiera bianca e annuncia che entro la scadenza stabilita arriverà a Kiev solo il 52 per cento dell’artiglieria promessa.
Nell’agenda del vertice informale di oggi (31 gennaio) a Bruxelles, il primo punto era fare il punto della situazione sul supporto all’Ucraina, che visti i tentennamenti dell’alleato americano – 6 miliardi ancora bloccati dal Congresso – è più importante che mai. Un supporto che finora non è mai mancato: dall’inizio dell’invasione russa, il 24 febbraio 2022, l’Ue e gli Stati membri hanno fornito 28 miliardi di assistenza militare alla resistenza di Kiev. Oggi il capo della diplomazia europea ha chiesto ai ministri Ue quanto riusciranno a impegnarsi per il 2024: “Posso dire che avremo un budget di almeno 21 miliardi per il sostegno militare all’Ucraina”, ha annunciato Borrell. Che si aspetta comunque che questa cifra cresca, perché alcuni Paesi non hanno ancora dichiarato le proprie stime.
Come sottolineato da Borrell, si tratterebbe di un aumento notevole rispetto ai 28 miliardi nei due anni precedenti. Ma la nota dolente riguarda la consegna di quell’artiglieria che avrebbe dovuto sostenere la controffensiva ucraina nei territori occupati dall’esercito di Mosca. Ad oggi a Kiev sono arrivati 330 mila pezzi, tra proiettili d’artiglieria, munizioni da 155 mm e missili. Si procede a rilento, basti pensare che a inizio novembre l’Ue aveva già raggiunto quota 300 mila. In un’interrogazione parlamentare del 22 dicembre, Borrell sosteneva ancora di poter raggiungere l’asticella di un milione di munizioni entro marzo 2024. Ma, dopo l’aggiornamento odierno e numeri alla mano, ha tirato i remi in barca: “Entro marzo prevedo che questa cifra (330 mila, ndr) aumenterà di 200 mila unità”, ha dichiarato a margine del Consiglio informale.
Dunque il tetto è abbassato a 530 mila, il 52 per cento dell’obiettivo. Che dovrà essere raggiunto facendo affidamento quasi solo sulle scorte già esistenti nei Paesi membri. Perché il problema principale per realizzare l’Asap (Act in support of ammunition production) resta la capacità industriale europea. Da un lato le difficoltà dell’industria bellica europea nell’aumentare il ritmo di produzioni di proiettili, dall’altro il rincaro dei prezzi delle munizioni. Ma Borrell vede il bicchiere mezzo pieno: “La capacità produttiva è aumentata del 40 per cento dall’inizio della guerra“, arrivando al ritmo di “quasi un milione di munizioni all’anno, ma entro la fine del 2024 saranno 1,4 milioni”.