Bruxelles – La Commissione europea proporrà domani di prorogare di un altro anno la sospensione dei dazi all‘importazione, dei contingenti e delle misure di difesa commerciale sulle esportazioni ucraine e moldave verso l’Unione europea, le cosiddette misure commerciali autonome (ATM). Secondo quanto apprende Eunews, questa è l’intenzione della Commissione che ha messo in agenda il punto alla riunione del collegio che si terrà domani a Bruxelles.
Fonti della Commissione spiegano che la proroga, se approvata dal collegio, sarà accompagnata da un rafforzamento delle “tutele per i settori sensibili dell’Ue”, come quello agricolo che più ha risentito dello stop ai dazi. Le misure commerciali autonome per Ucraina e Moldova sono state attivate nei mesi scorsi nel pieno della guerra di Russia in Ucraina, con la conseguenza di portare a un aumento significativo delle importazioni di alcuni prodotti agricoli dall’Ucraina all’Ue nel 2022 e nel 2023 e provocando la reazione dei Paesi di frontiera, in particolare Polonia, Ungheria, Bulgaria, Slovacchia e Romania che per mesi hanno denunciato strozzature logistiche e accumuli eccessivi di grano e altri cereali sui loro mercati agricoli, contribuendo a svalutarne anche i prezzi.
I Paesi in questione hanno adottato misure unilaterali per bloccare l’export da Kiev, violando a loro volta il principio di libera circolazione delle merci e rischiando in più occasioni di frammentare il mercato unico europeo. In queste disposizioni Bruxelles ha previsto quindi un meccanismo di salvaguardia accelerato per proteggere il mercato dell’Unione “se necessario” dall’eccesso di export, ad esempio mettendo delle eccezioni ad alcune colture. Nella proposta di domani dovrebbe essere previsto un meccanismo dello stesso tipo ma rafforzato.
Il tempismo della proposta non è dei migliori e arriverà nel mezzo di vere e proprie sollevazioni da parte di agricoltori e associazioni di categoria che stanno occupando strade in varie parti dell’Ue e manifestando contro il rincaro del carburante per i trattori e contro politiche comunitarie troppo stringenti.
E, nonostante le salvaguardie, le misure rischiano di infiammare ulteriormente gli animi. Berlino, Varsavia, poi ancora Roma e Parigi. Gli agricoltori stanno portando le loro istanze nelle principali capitali d’Europa e giovedì si riuniranno anche a Bruxelles, dove saranno riuniti a loro volta anche i capi di stato e governo in un Vertice Ue straordinario per sbloccare l’impasse sul bilancio comunitario a lungo termine (2021-2027). Il tema delle proteste degli agricoltori, anche se trasversalmente, entrerà nei Palazzi di Bruxelles, con una discussione a margine dei lavori del Consiglio europeo tra i leader interessati e la Commissione. In base a come andranno le discussioni tra i leader, come apprende Eunews, la presidenza belga alla guida dell’Ue potrebbe convocare un Consiglio Ue Agricoltura (Agrifish) straordinario dopo il Vertice per discutere della questione.
La Francia è tra i Paesi in cui le proteste si fanno sentire con voce più forte e il presidente francese Emmanuel Macron terrà giovedì un colloquio con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. A riferirlo nei giorni scorsi è stato l’Eliseo, precisando che il colloquio si svolgerà a margine del Vertice straordinario e si concentrerà in particolare sull’accordo commerciale in fase di negoziazione tra l’Ue e il Mercosur, sui terreni a riposo imposti agli agricoltori e sull’arrivo dei prodotti ucraini nell’Unione, ha affermato la presidenza francese.
Stallo sul Mercosur
Nonostante il colloquio non si sia ancora svolto, le pressioni francesi per bloccare l’accordo commerciale con il blocco Mercosur hanno sortito qualche effetto. “Posso dirvi che al momento attuale la valutazione della Commissione è che le condizioni per concludere i negoziati con il Mercosur non ci sono”, ha dichiarato il portavoce della Commissione europea, Eric Mamer, nel corso del briefing quotidiano con la stampa, aggiungendo che l’Unione Europea continua a perseguire l’obiettivo di “raggiungere un accordo che rispetti “gli obiettivi di sostenibilità e le nostre sensibilità” e che non c’è intenzione di “rinegoziare la parte sull’agricoltura”, su cui i colloqui sono chiusi da tempo.
L’accordo Ue-Mercosur è stato concluso dall’Esecutivo comunitario e dai quattro paesi del blocco commerciale Mercosur (Argentina, Brasile, Uruguay e Paraguay) il 28 giugno 2019 dopo due decenni di negoziati e mira alla riduzione delle tariffe sull’export in entrambi i mercati, tramite liberalizzazione dei dazi. E’ da allora però che il processo di ratifica ha subìto una brusca frenata, per una serie di ragioni. Intanto la parentesi di Jair Bolsonaro alla guida del Brasile dal 2019 al 2023 che ha imposto una politica ambientale più conservatrice, e si è opposto alle nuove richieste più attente a clima e ambiente da parte di Bruxelles.
E questa è la seconda grande ragione che ha rallentato il negoziato, ovvero che dalla presentazione nel 2019 del Green Deal, il Patto verde per l’Europa, la Commissione europea spinge per garantire all’interno dell’accordo clausole di sostenibilità. Non solo critiche esterne, l’accordo è stato accusato anche internamente, in particolare del gruppo dei Verdi europei, di provocare danni ambientali e ricadere negativamente anche sulle condizioni dei diritti umani in Sud America, in Brasile soprattutto.
Macron a colloquio con von der Leyen solleverà inoltre la questione della deroga di alcune disposizioni della Politica agricola comune sulle aree non produttive: una deroga all’obbligo previsto per gli Stati di destinare il 4 per cento delle aree a zone non coltivate che sono state concesse con urgenza per il 2022 e poi per il 2023, in seguito all’invasione russa dell’Ucraina.