Bruxelles – Gli ambasciatori dei 27 stati membri Ue hanno raggiunto nella serata di ieri (29 gennaio) un accordo di principio sulla proposta di raccogliere gli extra profitti generati dagli asset della Banca centrale russa congelati in Europa per contribuire a finanziare la ricostruzione dell’Ucraina dopo l’invasione russa. Un primo passo per portare la Commissione europea a proporre poi in un secondo momento di trasferire queste risorse a Kiev, anche se non è chiaro quando.
EU Ambassadors just agreed in principle on a proposal on the use of windfall profits related to immobilised assets to support #Ukraine’s reconstruction .#COREPERII #EU2024BE
— Belgian Presidency of the Council of the EU 2024 (@EU2024BE) January 29, 2024
L’accordo di principio, spiegano a Eunews fonti diplomatiche, necessita ora di essere rifinito legalmente ed essere definitivamente approvato in Coreper con procedura scritta. Per la presidenza belga alla guida dell’Ue era fondamentale riuscire a raggiungere un’intesa di principio prima del Vertice straordinario che si terrà giovedì primo febbraio per sbloccare l’impasse sulla revisione intermedia del bilancio a lungo termine (2021-2027). E così è stato.
La Commissione europea ha proposto lo scorso 12 dicembre ai governi di iniziare a raccogliere gli extra profitti generati dal capitale immobilizzato nell’Ue per poi andare a ricostruire l’Ucraina. Il ‘come farlo’ andrà stabilito poi in una seconda fase: per ora gli ambasciatori hanno trovato un accordo di spostare i profitti derivanti dai beni russi sanzionati nell’Ue in un conto separato, come primo, cauto, passo per andare poi a utilizzarli per finanziare la ricostruzione dell’Ucraina. A Bruxelles si parla di una ‘fase 1’, a cui seguirà a tempo debito una proposta su come utilizzare in concreto queste risorse (la cosiddetta ‘fase 2’).
Per evitare problemi legali, la Commissione ha proposto di utilizzare non gli asset veri e propri (che la Commissione europea ha stimato in circa 211 miliardi di euro), quanto i profitti derivati dal solo fatto di essere stati immobilizzati nel territorio dell’Ue, principalmente detenuti presso Euroclear, in Belgio, e presso Clearstream, in Lussemburgo. La proposta non avrà valore retroattivo, quindi non potrà prendere di mira gli extra profitti ricavati fino a questo momento, ma si applicherà dal momento in cui i governi avranno trovato una posizione comune sul tema. E solo sulle risorse confluite dalla Banca centrale russa, sottoposta a regime di sanzioni.