Bruxelles – Tutto come da previsioni al primo turno delle presidenziali in Finlandia, ma per la commissaria europea per i Partenariati internazionali, Jutta Urpilainen, candidata del Partito Socialdemocratico è andata anche peggio di quanto pronosticato dai sondaggi alla vigilia del voto. Al ballottaggio dell’11 febbraio si presenteranno il candidato del centro-destra, Alexander Stubb, e quello dei Verdi, Pekka Haavisto, con la sfida apertissima considerati sia i risultati del primo turno ma anche la distribuzione delle preferenze degli elettori che ieri (28 gennaio) hanno invece votato per gli altri sette candidati in lizza.
Con un’affluenza record al 71,5 per cento (alle precedenti presidenziali del 2018 era stata del 66,8), i risultati definitivi indicano la vittoria del primo turno per il candidato del Partito di Coalizione Nazionale di centro-destra con il 27,2 per cento delle preferenze, seguito a ruota da quello della Lega verde con il 25,8. Staccati tutti gli altri sfidanti: dal candidato dell’estrema destra dei Veri Finlandesi, Jussi Halla-Aho, al terzo posto con il 19 per cento, all’indipendente sostenuto dai liberali di Keskusta Olli Rehn (ex-commissario dal 2004 al 2014) al quarto posto con il 15 per cento, fino alla vera e propria débâcle per la socialdemocratica Urpilainen, che ha chiuso al sesto posto (4,3 per cento) alle spalle dietro anche della candidata dell’Alleanza di Sinistra, Li Andersson (4,9).
“Non avevo molta scelta, la Commissione Europea ha regole molto severe per le campagne elettorali dei commissari”, è stato il commento post-voto di Urpilainen, che questa mattina su X ha messo in chiaro che “ne è valsa la pena, sono felice di riprendere il mio ruolo di commissaria, il lavoro continua”. Dal 2 dicembre dello scorso anno la responsabile per i Partenariati internazionali era in congedo non retribuito dopo la decisione di accettare l’offerta del suo partito di candidarla come futura presidente della Repubblica.
“La competizione inizia solo ora”, ha avvisato Stubb, iniziando la campagna in vista del ballottaggio a pochi minuti dalla comunicazione dei risultati del primo turno delle elezioni presidenziali in Finlandia. Non si è fatta attendere la replica dello sfidante Haavisto: “Il nostro compito ora è quello di raggiungere gli elettori i cui candidati non sono arrivati al secondo turno”. Entrambi gli sfidanti al ballottaggio hanno un forte background di politica estera: Stubb è stato ministro degli Esteri tra il 2008 e il 2011 ed ex-premier tra il 2014 e il 2015, mentre Haavisto è stato ministro per lo Sviluppo internazionale tra il 2013 e il 2014 e ministro degli Esteri nel governo guidato da Sanna Marin tra il 2019 e il 2023.
Il ruolo principale del presidente della Finlandia è quello di guidare la politica estera del Paese in collaborazione con il governo, rappresentando Helsinki ai tavoli della Nato dopo lo storico ingresso avvenuto il 4 aprile 2023. Inoltre il presidente della Repubblica agisce come comandante in capo dell’esercito, nomina e accetta le dimissioni dei componenti dell’esecutivo, di funzionari pubblici di alto livello e dei giudici della Corte Suprema. Infine, su richiesta giustificata del primo ministro, può ordinare lo scioglimento dell’Eduskunta (il Parlamento monocamerale della Finlandia) e convocare elezioni anticipate. L’attuale presidente, Sauli Niinistö (in carica dal 2012), è ancora particolarmente apprezzato nel Paese, ma le regole costituzionali dal 1994 impongono che la carica presidenziale non possa essere rinnovata dopo due mandati consecutivi, ciascuno della durata di sei anni.