Bruxelles – Nuova linfa al partenariato tra l’Ue e i Paesi dell’Asia Centrale. I cinque ex satelliti dell’Unione Sovietica – Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan – guardano a Bruxelles e ai partner del G7, e tornano a casa dal primo Global Gateway Investors Forum for EU-Central Asia Transport Connectivity con un impegno per 10 miliardi di euro di investimenti per sviluppare una connettività di trasporto sostenibile in Asia centrale.
Il Forum degli investitori ha riunito nella capitale europea rappresentanti di alto livello della Commissione europea, degli Stati membri dell’Ue, dei cinque dell’Asia centrale, dei Paesi del Caucaso e della Turchia, oltre ai Paesi del G7. E le istituzioni finanziarie, le imprese e la società civile, insieme per discutere degli investimenti necessari per trasformare il corridoio di trasporto transcaspico in un percorso all’avanguardia, multimodale ed efficiente, che colleghi l’Europa e l’Asia centrale in non più di 15 giorni. Una rotta su cui ogni anno vengono trasportati fino a 10 milioni di tonnellate di merci di cui 200 mila container destinati all’Europa.
“Sono molto lieto di constatare che i partner internazionali presenti oggi si stanno impegnando a fornire 10 miliardi di euro di investimenti per sviluppare una connettività di trasporto sostenibile in Asia centrale, compresi i nuovi impegni della Commissione europea e della Banca europea per gli investimenti, pari a 1,5 miliardi di euro”, ha annunciato in apertura il vicepresidente esecutivo della Commissione europea Valdis Dombrovskis. L’impegno di 10 miliardi di euro è una combinazione di investimenti in corso e programmati che la Commissione europea prevede di mobilitare a breve termine per lo sviluppo sostenibile dei trasporti in Asia centrale. Come ha sottolineato Dombrovskis, i Paesi Ue rappresentano già “più del 42 per cento del totale degli investimenti stranieri diretti in Asia Centrale. Più di Stati Uniti, Russia e Cina”.
Nel pacchetto finanziario gioca un ruolo importante la Banca europea per gli investimenti (BEI), rappresentata dalla vicepresidente Teresa Czerwińska, che ha firmato protocolli d’intesa per un totale di 1,47 miliardi di euro con i governi di Kazakistan, Kirghizistan e Uzbekistan e con la Banca di sviluppo del Kazakistan. Non da meno la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS), che firmerà un memorandum d’intesa con il Kazakistan per un piano di investimenti del valore di 1,5 miliardi di euro con progetti già in fase di preparazione per lo sviluppo complessivo della connettività dei trasporti nella regione dell’Asia centrale.
A indirizzare gli investimenti uno studio della Commissione europea e della BERS, che nel giugno 2023 hanno individuato 33 esigenze infrastrutturali e 7 azioni chiave di connettività soft, la cui realizzazione migliorerebbe notevolmente l’efficienza operativa e l’attrattiva economica delle reti di trasporto transcaspiche.
Il rafforzamento della partnership con le cinque repubbliche dell’Asia centrale fa parte della strategia Global Gateway, attraverso cui l’Ue vuole mettere sul piatto fino a 300 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati dal 2021 al 2027 per sviluppare nuove infrastrutture in Paesi terzi. “In un mondo di crescenti incertezze, sono necessari partenariati più stretti per affrontare le sfide globali. L’Asia centrale è diventata un partner cruciale per l’UE, grazie al suo vasto potenziale, in particolare in termini di sicurezza e connettività, nonché di energia e diversificazione delle risorse”, ha spiegato l’Alto rappresentante Ue per gli Affari Esteri, Josep Borrell, nel suo intervento al Forum.
Perché l’invasione dell’Ucraina ha sottolineato l’urgenza di trovare rotte commerciali alternative affidabili ed efficienti tra Europa e Asia che non transitino dalla Russia. E il corridoio transcaspico rappresenta la rotta più breve esistente tra la Cina occidentale e l’Europa che consente di evitare l’utilizzo della rete ferroviaria russa e le conseguenti sanzioni imposte dall’Occidente nei confronti di Mosca dopo lo scoppio della guerra.