Bruxelles – Tre settimane dopo aver annunciato che avrebbe corso per le prossime elezioni dell’Eurocamera in Belgio, il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha cambiato idea. La sua scelta aveva suscitato un’ondata di critiche, perché un’eventuale elezione di Michel come eurodeputato a giugno avrebbe potuto lasciare in mano al premier ungherese Viktor Orban lo scettro dei 27 fino a novembre, a meno che non si riuscisse a trovare tempestivamente un accordo su un nuovo nome da eleggere per il prossimo quinquiennio.
Nel caso di dimissioni anticipate di Michel infatti, la presidenza del Consiglio Europeo sarebbe passata automaticamente al presidente del Consiglio dell’Unione Europea. Secondo il calendario di presidenze a rotazione semestrale, da luglio toccherà all’Ungheria. Nonostante fosse a conoscenza di questo meccanismo, Michel aveva dichiarato che “l’annuncio tempestivo della mia decisione ha garantito la trasparenza delle mie intenzioni e ha dato al Consiglio europeo il tempo sufficiente per preparare una transizione istituzionale agevole, nell’interesse europeo, dopo le elezioni europee”.
Ma le aspre critiche e le speculazioni dei media hanno innescato il dietrofront: in un lungo post sui suoi canali social, il liberale belga ha spiegato di non volere in alcun modo che la sua decisione “ci distragga dalla nostra missione o metta in pericolo questa istituzione e il nostro progetto europeo, né che venga strumentalizzata in alcun modo per dividere il Consiglio europeo, che ritengo debba lavorare instancabilmente per l’unità europea”.
Michel ha concluso assicurando: “Dedicherò tutti i miei sforzi alle mie attuali responsabilità con ferma determinazione fino alla loro conclusione”.