Bruxelles – Aumento delle tensioni geoeconomiche e interruzioni più frequenti delle catene di approvvigionamento, maggiore volatilità dei mercati energetici. Il 2024 “sarà un anno decisivo” per la sicurezza dell’Unione europea, stretta tra le tensioni geopolitiche crescenti, dal Mar Rosso allo Stretto di Taiwan.
A mettere in guardia questa mattina (26 gennaio) è la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, pronunciando un discorso al Vertice sul clima di Amburgo. Parla di una “nuova normalità” con cui Bruxelles è costretta a fare i conti e di una “concorrenza internazionale che si fa sempre più dura”. A cui si “aggiunge un accumulo di eventi meteorologici estremi, conseguenza del riscaldamento globale, noi europei dovremo collaborare come mai prima d’ora. Dobbiamo e possiamo prepararci meglio a questo nuovo mondo”, scandisce.
Secondo la leader tedesca gli strumenti su cui far leva per rafforzare la competitività dell’Ue in un mondo in cui aumentano le crisi sono la transizione energetica e l’intelligenza artificiale. “Dobbiamo ridurre ulteriormente i prezzi dell’energia e a tal fine dobbiamo prendere oggi le giuste decisioni di investimento”, ha scandito, parlando del ruolo delle super reti. “Reti sicure e di vasta portata che si estendono in tutto il nostro continente. Gestite con l’aiuto dell’intelligenza artificiale, per indirizzare l’energia a basso costo dove è più necessaria. È così che creeremo la spina dorsale energetica dell’economia del futuro”, secondo la presidente.
Saubere Technologien sind weltweit Wachstumstreiber.
Das nützt dem Klima, aber es schafft auch Jobs und Chancen — quer durch Europa.#Hamburg2040 Ich freue mich zu sehen, dass viele Hamburger Unternehmen ganz vorne mit dabei sind ↓ https://t.co/efqAtCcOJc
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) January 26, 2024
Il forum a cui ha partecipato von der Leyen si è svolto ad Amburgo, che sarà uno dei primi porti al mondo a importare idrogeno su larga scala. “In quest’area ci sono produttori di acciaio, rame e alluminio che vogliono produrre in modo ecologico, ma che richiedono enormi quantità di energia per farlo. La vicinanza al nuovo terminale darà loro un vantaggio competitivo decisivo”, ha detto la presidente, in riferimento all’avvio della costruzione di un terminal di idrogeno nel porto di Amburgo che presto trasformerà l’ammoniaca in idrogeno rinnovabile, “dando così un importante contributo alla decarbonizzazione di una delle più grandi aree industriali contigue della Germania”, ha spiegato la leader tedesca.
Dieci milioni di tonnellate di idrogeno ‘Made in Europe’ e altri dieci milioni di tonnellate di idrogeno importato a partire dal 2030. “È un obiettivo ambizioso ma fattibile”, secondo von der Leyen, in riferimento all’obiettivo fissato da tempo nel quadro del piano per l’indipendenza energetica dalla Russia ‘REPowerEu’ lanciato a maggio 2022. Bruxelles ha lanciato a fine novembre la prima asta da 800 milioni di euro per la produzione di idrogeno verde (quello ‘pulito’ prodotto da elettrolisi da fonti rinnovabili) in Europa, finanziata attraverso il Fondo europeo per l’innovazione (ovvero attraverso le entrate del mercato europeo del carbonio, il sistema Ets dell’Ue). Il bando si chiuderà l’8 febbraio, ma la Commissione europea prevede di lanciarne un secondo già in primavera. Così come entro la fine dell’anno, la Commissione punta a lanciare un bando per l’idrogeno pulito importato da Paesi terzi. Nel 2022, l’idrogeno rappresentava meno del 2 per cento del consumo energetico europeo ed era utilizzato principalmente per produrre prodotti chimici, come plastica e fertilizzanti. Non solo la produzione è scarsa, ma Bruxelles deve combattere anche con il fatto che circa il 96 per cento di questo idrogeno è stato prodotto con gas naturale, con conseguenti quantità significative di emissioni di CO2.