Bruxelles – 380 mila attraversamenti delle frontiere esterne dell’Ue solo nel 2023, il dato più alto dalla crisi del 2016. Secondo i calcoli preliminari dell’Agenzia della Guardia di Frontiera e Costiera dell’Ue (Frontex), gli arrivi alle porte dell’Unione europea sono aumentati del 17 per cento rispetto al 2022, confermando una tendenza al rialzo costante degli ultimi tre anni.
Una tendenza trainata dai 157.479 arrivi dal Mediterraneo centrale, la rotta migratoria più attiva verso l’Ue: nel 2023 due attraversamenti irregolari su cinque (il 41 per cento del totale) sono stati registrati da lì. Al secondo posto la rotta dei Balcani occidentali, al 26 per cento del totale, ma che ha registrato una diminuzione di attraversamenti del 31 per cento rispetto all’anno precedente. Al terzo quella del Mediterraneo orientale, da cui sono giunti in Europa il 16 per cento del totale delle persone migranti. Anche se il dato totale è ancora ridotto rispetto alle rotte principali, l’impennata maggiore è stata rilevata sulla rotta che dall’Africa occidentale porta alle Isole Canarie: il 161 per cento in più rispetto al 2022.
La nazionalità più rappresentata è ancora una volta la Siria: lo scorso sono stati registrati oltre 100.000 attraversamenti irregolari da parte di cittadini siriani. Seguiti da guineani e afghani. Queste tre hanno rappresentato oltre un terzo di tutti i rilevamenti. I dati di Frontex mostrano che lo scorso anno le donne hanno rappresentato il 10 per cento del numero totale di tutti gli attraversamenti irregolari, e i bambini hanno rappresentato un altro 10 per cento.
Frontex dispone attualmente di 2.500 agenti delle guardie di frontiera dell’UE e altro personale che partecipano alle sue operazioni congiunte alle frontiere europee. “I numeri presentati oggi mostrano le sfide in evoluzione che dobbiamo affrontare nella gestione delle frontiere esterne dell’Ue”, ha affermato il direttore esecutivo di Frontex Hans Leijtens. “Rimaniamo impegnati a garantire la sicurezza e l’integrità dei confini dell’Ue. È altrettanto cruciale affrontare gli aspetti umanitari della migrazione. Queste cifre rappresentano non solo statistiche ma persone reali”.