Bruxelles – È tutto pronto in Finlandia per le elezioni del nuovo presidente della Repubblica, ma le indicazioni della vigilia del voto indicano che si prepara già il testa a testa tra ex-ministri degli Esteri, con le speranze per la candidata socialdemocratica – la commissaria europea per i Partenariati internazionali, Jutta Urpilainen – ormai ridotte ai minimi termini. A due giorni dall’apertura delle urne, quando gli elettori finlandesi sceglieranno il successore o la successora del presidente Sauli Niinistö (in carica dal 2012), i sondaggi confermano che lo scenario più probabile è quello di una sfida a due tra Alexander Stubb per il centro-destra e Pekka Haavisto per i Verdi, con il ballottaggio in programma due settimane più tardi.
Domenica (28 gennaio) si sfideranno al voto nove candidati per conquistare la carica di presidente della Repubblica di Finlandia, che dal 1994 non può più essere rinnovata dopo due mandati consecutivi (ciascuno della durata di sei anni). Il ruolo principale del presidente è quello di guidare la politica estera del Paese in collaborazione con il governo, rappresentando Helsinki ai tavoli della Nato dopo lo storico ingresso avvenuto il 4 aprile 2023. Inoltre il presidente della Repubblica agisce come comandante in capo dell’esercito, nomina e accetta le dimissioni dei componenti dell’esecutivo, di funzionari pubblici di alto livello e dei giudici della Corte Suprema. Infine, su richiesta giustificata del primo ministro, può ordinare lo scioglimento dell’Eduskunta (il Parlamento monocamerale della Finlandia) e convocare elezioni anticipate.
La vittoria al primo turno alle elezioni presidenziali è garantita solo dal raggiungimento del 50,01 per cento dei voti espressi, in caso contrario si va al ballottaggio tra i due candidati più votati. A meno di sorprese dell’ultimo minuto alle urne, è la seconda la prospettiva più probabile in questa tornata, e Stubb e Haavisto gli indiziati principali per sfidarsi nel testa a testa dell’11 febbraio: il candidato del Partito di Coalizione Nazionale di centro-destra (responsabile degli Esteri tra il 2008 e il 2011 ed ex-premier tra il 2014 e il 2015) sarebbe in testa con il 27 per cento delle intenzioni di voto, mentre il candidato della Lega verde ed ex-ministro degli Esteri nel governo guidato da Sanna Marin sarebbe staccato di soli 4 punti percentuali.
Più staccati gli altri sette sfidanti, a partire dal candidato dell’estrema destra dei Veri Finlandesi, Jussi Halla-Aho, al terzo posto con il 18 per cento e l’indipendente sostenuto dai liberali di Keskusta Olli Rehn (ex-commissario dal 2004 al 2014) al quarto con il 14 per cento. Quasi una débâcle per l’attuale commissaria europea finlandese Urpilainen – dal 2 dicembre dello scorso anno in congedo non retribuito – che non è riuscita a risollevare le sorti del Partito Socialdemocratico dopo la sconfitta alle elezioni dell’aprile 2023 e la formazione della coalizione di destra attualmente al governo. La candidata socialdemocratica si dovrebbe fermare al 5 per cento dei voti e sarebbe pronta per ritornare a ricoprire il suo ruolo all’interno del Collegio dei commissari.
Gli elettori finlandesi possono votare anticipatamente (la finestra era tra il 17 e il 23 gennaio) e, secondo quanto rende noto il ministero della Giustizia, circa un terzo degli aventi diritto al voto ha già espresso la propria preferenza con questo modalità. Ecco perché si prevede che i risultati del primo turno siano pubblicati rapidamente, anche prima della mezzanotte del 29 gennaio, considerato il fatto che l’esito delle schede consegnate prima del 23 gennaio sarà reso noto non appena chiusi i seggi. La conferma ufficiale da Helsinki arriverà in ogni caso martedì (30 gennaio).