Bruxelles – Un accordo sull’uso degli extra profitti dei beni russi congelati nell’Ue prima del Vertice Ue straordinario del primo febbraio. A questo punta la presidenza del Belgio alla guida semestrale dell’Ue che, a quanto si apprende a Bruxelles, lavorerà nei prossimi giorni a nuovi testi di compromesso che potrebbero essere approvati in seno al Coreper (il Comitato dei rappresentanti permanenti presso l’Ue) la prossima settimana.
Si è tenuta ieri (24 gennaio) al Coreper la prima vera discussione della proposta della Commissione europea, dopo una prima riunione del 10 gennaio scorso in cui l’esecutivo comunitario ha solo presentato agli ambasciatori i dettagli della sua proposta, senza che ci fosse un vero dibattito. Le discussioni sono ora entrate nel vivo, a una settimana esatta dal Vertice straordinario convocato per sbloccare l’impasse sulla revisione intermedia del bilancio a lungo termine (2021-2027).
La Commissione europea ha proposto lo scorso 12 dicembre ai governi di iniziare a raccogliere gli extra profitti generati dal capitale immobilizzato nell’Ue per poi andare a ricostruire l’Ucraina. Il ‘come farlo’ andrà stabilito poi in una seconda fase, sulla base di quanto decideranno gli Stati membri. Per ora Bruxelles propone di spostare i profitti derivanti dai beni russi sanzionati nell’Ue in un conto separato, come primo, cauto, passo per andare poi a utilizzarli per finanziare la ricostruzione dell’Ucraina. A Bruxelles si parla di una ‘fase 1’, a cui seguirà a tempo debito una proposta su come utilizzare in concreto queste risorse (la cosiddetta ‘fase 2’).
Per evitare problemi legali, la Commissione ha proposto di utilizzare non gli asset veri e propri (che la Commissione europea ha stimato in circa 211 miliardi di euro), quanto i profitti derivati dal solo fatto di essere stati immobilizzati nel territorio dell’Ue, principalmente detenuti presso Euroclear, in Belgio, e presso Clearstream, in Lussemburgo. La proposta non avrà valore retroattivo, quindi non potrà prendere di mira gli extra profitti ricavati fino a questo momento, ma si applicherà dal momento in cui i governi avranno trovato una posizione comune sul tema. E solo sulle risorse confluite dalla Banca centrale russa, sottoposta a regime di sanzioni.