Bruxelles – Osservazione satellitare della terra a fini civili. E non solo. L’Unione europea avvia il ragionamento sul possibile utilizzo a fini militari di Copernicus, il programma di monitoraggio del pianeta dall’orbita. E lo fa con l’industria, insieme a cui lavorerà per studiare la fattibilità della cosa. C’è l’Italia, sul lato industriale, a guidare la nuova corsa allo spazio.
La XVI edizione della Conferenza spaziale europea è stato il momento di lancio ufficiale del nuovo progetto a dodici stelle. Telespazio, in qualità di leader di un consorzio di società europee, ha siglato un contratto dal nome molto chiaro: “Study on potential EU Earth-Observation services for governmental use”, vale a dire Studio su potenziali servizi di osservazione della Terra dell’UE per uso governativo. I servizi di osservazione della Terra sono quelle messi a punto da Copernicus, appunto. L’uso governativo si traduce in sicurezza e difesa.
Del resto “il settore aerospaziale è sempre più importante in tempi di tensioni e incertezze”, sottolinea Paraskevi Papantonou, capo unità Space policy della Direzione generale Industria e spazio della Commissione europea (DG Defis). Ecco perché la decisione di avviare la riflessione sulla fattibilità di un servizio nel campo della sicurezza e della difesa in grado di valorizzare l’eterogenea moltitudine di dati disponibili, tra cui i dati forniti dai satelliti di osservazione della Terra dell’Unione Europea. Un’iniziativa che risponde all’esigenza di una vera politica spaziale comune.
Telespazio (Italia) guiderà il consorzio di cui fanno parte Airbus (Francia), e-GEOS (Italia), Geoville (Austria), Hisdesat (Spagna), Leonardo (Italia), PWC (Francia), Thales Alenia Space (Italia). Questo consorzio si avvarrà di sotto-fornitori “altamente qualificati” quali Constellr (Germania), DefSecIntel (Estonia), Endurosat (Bulgaria), GAF (Germania), Hensoldt Analytics (Austria), ISDEFE (Spagna), Planetek Hellas (Grecia), Preligens (Francia), Spacemetrics (Svezia), Telespazio France (Francia) e Thales Alenia Space (Francia).
Il contratto serve come prima fase, preparativa, e che si svilupperà fino alla fine dell’attuale ciclo di bilancio comunitario. Quindi, in caso, la seconda fase, più operativa, avrà avvio a partire dal 2028. Con il contratto di studio la Commissione UE avrà modo di valutare le diverse opzioni tecniche e programmatiche per il potenziale sviluppo del servizio nell’ambito del quadro finanziario pluriennale dell’UE 2028-2034.
La firma del contratto è avvenuta nello stesso contesto che ha visto Telespazio assegnare i premi di #T-TeC, il concorso Telespazio per il progetto più innovativo, giunto alla quinta edizione. Nella categoria Prototipo, riservata ai progetti più maturi, il premio di 10mila euro è andato al progetto “Estesia” (Università Autonoma di Barcellona, Istituto di Scienza e Tecnologia di Barcellona, Università Adolfo Ibañez, Santiago del Cile) per l’uso dei dati satellitari per ottimizzare le risorse idriche utilizzate per estrarre il litio.
Al secondo posto il progetto “IDRA” (Politecnico di Torino) per un innovativo braccio robotico realizzato in materiale “gonfiabile”, che consente al braccio di operare in condizioni particolari rendendolo più versatile nei servizi orbitanti. Terzo premio al progetto “Hydrogen Perossido Propulsion for Satellites” (Delft University of Technology ,Paesi Bassi), che propone di utilizzare il perossido di idrogeno come propellente per i satelliti. Nella categoria Idea, il premio di 5mila euro è andato al progetto “DELUNERY” (Università Federico II di Napoli) per un sistema in grado di posizionare piccoli satelliti in orbita attorno alla Luna da una piattaforma in orbita lunare, con l’obiettivo di rendere il rilascio di questi satelliti una routine tanto quanto il posizionamento dei satelliti in orbita attorno alla Terra.