Bruxelles – Multa o non multa, regime italiano sulle concessioni balneari ‘sì’ o ‘no’, modifiche sufficienti o insufficienti. Il momento della verità e delle decisioni, per il governo Meloni, si fa più vicino. Quanto vicino, però, non è dato saperlo. La Commissione europea ha ricevuto all’ultimo momento utile, il 16 gennaio, la risposta ai rilievi che Bruxelles ha mosso a Roma due mesi fa sulla gestione delle spiagge pubbliche e il business degli stabilimenti. Adesso partono le verifiche e le analisi del caso, e una decisione potrebbe arrivare anche dopo le elezioni europee.
“Allo stadio attuale della procedura d’infrazione non c’è una scadenza legale per agire o decidere“, dice Johanna Bernsel, portavoce della Commissione UE per le questioni di mercato interno. Si lavorerà dunque senza assilli, prendendosi tutto il tempo che si ritiene necessario. “Abbiamo appena ricevuto la lettera dall’Italia, e la analizzeremo molto attentamente”. Cosa possa voler dire, in termini di tempistiche, non è chiaro.
Di fronte all’assenza di tempi legali stabiliti, non è escluso che la Commissione possa prendersi tempistiche politiche, rimandando la decisione a dopo le elezioni europee (6-9 giugno). Anche perché, interrogata in merito, la vicecapo del servizio dei portavoce dell’esecutivo comunitario, Arianna Podestà, non risponde né in un senso né nell’altro. “La lettera è appena stata notificata, dobbiamo esaminarla e non possiamo dire adesso quali saranno i prossimi passi”. Non viene dunque escluso che il pronunciamento dell’UE sulle concessioni balneari in Italia possa slittare a dopo le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo e la nomina della prossima Commissione Ue.
Da Bruxelles comunque assicurano che non intende fare finta di niente. “Parallelamente” all’analisi della lettera che il governo italiano ha appena recapitato, “continuiamo a dialogare con le autorità italiane per una soluzione che sia compatibile con le regole europee“, precisa Bernsel. Emerge dunque l’intenzione di non voler arrivare a condanne e scontri con l’Italia, soluzione che farebbe comodo anche all’Unione europea.