Bruxelles – Un ritorno nell’Emilia-Romagna colpita dalle conseguenze dei cambiamenti climatici a otto mesi dall’alluvione di inizio maggio 2023, per fare il punto sugli stanziamenti erogati e su quelli ancora da mettere in campo. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha fatto visita oggi (17 gennaio) a Forlì per incontrare la premier italiana, Giorgia Meloni, e confrontarsi sui fondi Ue che potranno ancora essere stanziati a sostegno delle aree alluvionate. “È commovente essere tornata in Emilia-Romagna, mi ricordo chiaramente la visita a maggio dell’anno scorso e non dimenticherò mai la devastazione che hanno causato le inondazioni”, sono state le prime parole della numero uno dell’esecutivo comunitario alla stampa, al termine del colloquio di quasi un’ora con Meloni.
Il cuore del confronto tra le due leader – e di conseguenza della conferenza stampa – è stato proprio sulla questione dei fondi che l’Emilia-Romagna ha ricevuto e quelli che potrà ricevere. In primis quelli del Fondo di solidarietà Ue: “Avete ricevuto un anticipo di 95 milioni di euro di emergenza per le operazioni di pulizia e ripristino, molto altro arriverà nei prossimi mesi“, ha assicurato von der Leyen, in attesa della definizione degli stanziamenti ed esborsi per il bilancio 2024 del dispositivo dell’Unione contro le conseguenze dei disastri naturali. A questi si aggiungo i fondi per l’Agricoltura, con “60 milioni di euro già erogati dalla riserva di emergenza” a sostegno degli agricoltori “particolarmente colpiti” dalle alluvioni in Emilia-Romagna, ma anche la riforma “importante” dei fondi di Coesione: “Abbiamo inserito una nuova pietra miliare nel piano rivisto che ci consente di re-indirizzare fondi per la ricostruzione e la risposta alle calamità”. Con tutti questi strumenti “possiamo contribuire a rivitalizzare le comunità e le città colpite dalle catastrofi, come nel 2017 dopo il terremoto in Italia centrale”, ha sottolineato con forza la presidente della Commissione.
C’è un ultimo tassello, uno dei più importanti, sul tavolo delle autorità di Bruxelles e Roma. Quello relativo al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). “La revisione si diceva non fosse possibile, e invece non solo era possibile, ma soprattutto doverosa”, ha rivendicato la premier Meloni, parlando delle modifiche approvate dall’esecutivo Ue che prevedono anche 1,2 miliardi di euro alle zone alluvionate in Emilia-Romagna. Parole confermate dalla presidente von der Leyen, che ha definito la revisione “di successo” e la cooperazione “eccellente” tra Commissione e governo: “Vogliamo aiutarvi a rimettervi in piedi e diventare più resilienti”, ha assicurato, promettendo anche in questo caso che “è in arrivo più aiuto“. Su questo fronte la leader dell’esecutivo Ue ha voluto soffermarsi qualche minuto, sottolineando che “l’Italia è sulla buona strada per l’attuazione del Pnrr“, in particolare dopo il versamento della quarta rata a fine dicembre: “Significa che metà del Pnrr è stato erogato, è un’ottima notizia”. La priorità ora devono essere gli investimenti in tecnologie pulite e fonti rinnovabili, perché – come puntualizzato a Forlì da von der Leyen – “gli eventi climatici estremi diventeranno ancora più frequenti”. Un esempio sono state proprio le alluvioni che hanno colpito l’Emilia-Romagna: “Dobbiamo combattere e prevenire il cambiamento climatico, ciò che è buono per il clima lo è anche per le nostre economie”.
Il Fondo di solidarietà oltre l’Emilia-Romagna
Il Fondo di solidarietà è un dispositivo fuori bilancio che permette di mobilitare fino a 500 milioni di euro all’anno – oltre ai fondi non spesi dell’anno precedente – per coprire parte dei costi per la ricostruzione. Gli Stati membri colpiti da disastri naturali possono richiederne l’attivazione alla Commissione entro 12 settimane dalla data dei primi danni rilevati, allegando alla domanda una stima dei danni. Questo dispositivo ammette interventi d’emergenza come il “ripristino immediato del funzionamento delle infrastrutture nei settori dell’energia, delle telecomunicazioni, dei trasporti, della sanità e dell’istruzione”.
I fondi del 2023 sono stati quasi completamente assorbiti da tre disastri naturali in Italia (le inondazioni delle Marche nel settembre 2022), Romania (siccità nel 2022) e Turchia (terremoti del febbraio 2023). Nel bilancio del 2024 del Fondo di solidarietà cadrà la richiesta dell’Italia per le alluvioni in Emilia-Romagna, ma anche per le inondazioni in Slovenia di inizio agosto – il peggior disastro naturale della sua storia – e quelle in Grecia di un mese più tardi nella regione della Tessaglia. Come l’Italia, anche la Slovenia ha ottenuto un anticipo di 100 milioni di euro. Considerato il fatto che ogni anno la riserva da 500 milioni di euro viene esaurita, il Parlamento Ue ha proposto di raddoppiare l’importo a 1 miliardo all’anno, aumentando i massimali per gli stanziamenti. La Commissione Ue ha invece proposto nel quadro della proposta di revisione del bilancio pluriennale Ue 2021-2027 di aumentare gli stanziamenti per la Riserva di solidarietà e aiuti d’emergenza (Sear) di 2,5 miliardi di euro, da ripartire per gli ultimi 4 anni restanti del periodo di programmazione tra i suoi due strumenti, il Fondo di solidarietà e la Riserva di emergenza e aiuti.
Dalla sua attivazione nel 2002 e fino al 2022 il Fondo di solidarietà ha mobilitato oltre 8,2 miliardi di euro complessivi per 127 disastri – di cui 107 legati a fenomeni meteorologici estremi – in 25 Stati membri, più il Regno Unito e 3 Stati in via di adesione (Albania, Montenegro e Serbia). Di questi fondi quasi un terzo (poco più di 3 miliardi) è stato destinato all’Italia, poco meno del doppio della Germania seconda beneficiaria (1,6 miliardi). Sopra il miliardo di euro anche la Croazia, più staccate invece sono Francia (403 milioni), Regno Unito (222 milioni) e Austria (213 milioni). I minori beneficiari al momento sono Malta (961 mila euro), Albania (900 mila) e Montenegro (199 mila), mentre Finlandia e Danimarca sono gli unici Paesi membri Ue che in 20 anni non hanno mai richiesto e ricevuto alcuno stanziamento dal Fondo di solidarietà Ue.