Bruxelles – Disinformazione, da un lato. Polarizzazione, dall’altro. Nel suo intervento all’annuale World Economic Forum in corso a Davos, in Svizzera, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha messo a fuoco questa mattina (16 gennaio) quali sono gli ostacoli che rischiano di limitare la capacità dell’Europa, ma non solo, di affrontare le grandi sfide globali che abbiamo di fronte: dai cambiamenti climatici e geopolitici, a quelli demografici e tecnologici, passando per l’aumento dei conflitti regionali, l’intensificazione della concorrenza geopolitica e il suo impatto sulle catene di approvvigionamento.
“Non è il momento dei conflitti o della polarizzazione, ma è il momento di costruire la fiducia”, avverte la leader dell’Esecutivo comunitario, ricordando che è il tempo di “promuovere la collaborazione globale come mai prima d’ora”. Le sfide globali richiedono “risposte immediate e strutturali all’altezza. E credo che l’Europa possa e debba assumere un ruolo guida nel dare forma a questa risposta globale”, ha detto von der Leyen.
Global competition is intensifying.
It makes the theme of this #WEF24 meeting even more relevant.
Rebuilding Trust.
This is not a time for conflicts.
But the time to drive global collaboration.
Businesses have a crucial role to play ↓ https://t.co/6hTmx14Atf
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) January 16, 2024
Creare prosperità, ricchezza e sicurezza per le persone, creare un ambiente stabile per sbloccare l’innovazione e gli investimenti e creare pari opportunità e libertà. Tutto ciò – ha detto ancora von der Leyen – “è più importante che mai all’inizio del 2024, l’anno elettorale più importante della storia”, che vedrà molte democrazie di tutto il mondo recarsi alle urne, compresi oltre 450 milioni di persone nell’Unione europea che dovranno eleggere tra il 6 e 9 giugno il nuovo Parlamento e dare avvio alla nuova legislatura.
E proprio in tema di elezioni, la presidente dell’Esecutivo mette in guardia sui rischi di disinformazione e dai tentativi di “portarci fuori strada”. Come è accaduto con la Russia e l’Ucraina. Mosca “sta fallendo gli obiettivi strategici”, ha sottolineato senza mezzi termini, parlando di un “fallimento” del Cremlino su più fronti: quello militare, economico e diplomatico. “L’Ucraina ha cacciato la Russia da metà dei territori che aveva conquistato. L’Ucraina ha respinto la flotta russa del Mar Nero e ha riaperto un corridoio marittimo per la distribuzione di grano al mondo, ha mantenuto la propria libertà e indipendenza”, ha detto parlando del fallimento militare della Russia.
Un fallimento che però è anche economico. “Le sanzioni hanno disaccoppiato la sua economia dalla tecnologia moderna e dall’innovazione. Ora dipende dalla Cina. Infine, il fallimento della Russia è anche diplomatico. La Finlandia è entrata nella NATO e la Svezia la seguirà presto. E l’Ucraina è più vicina che mai all’Unione Europea”, ha aggiunto, citando la storica decisione di avviare i negoziati di adesione a Kiev. Secondo la leader tedesca questo significa che Kiev “può prevalere in questa guerra”, ma è imperativo da parte dei 27 Stati membri continuare a fornire sostegno economico prevedibile per i prossimi mesi.
Non lo dice esplicitamente, ma von der Leyen fa riferimento alla necessità di sbloccare lo strumento di finanziamento per l’Ucraina, parte della revisione intermedia di bilancio pluriennale dell’Ue (2021-2027) a cui sarà dedicato il Vertice straordinario del primo febbraio.