Roma – Raccogliere l’eredità di David Sassoli, compianto presidente del Parlamento Ue, per puntare a essere la prima forza politica alle elezioni europee del 6-9 giugno. È il senso dell’incontro organizzato a Roma dal Partito democratico con il bureau del gruppo S&D, che tra oggi e domani (11 e 12 gennaio) sarà nella Capitale italiana per commemorare il presidente Sassoli a due anni dalla sua prematura scomparsa. Un’occasione utile anche a discutere della proposta politica da presentare agli elettori in vista del voto di giugno.
“Il gruppo dei Socialisti e democratici – afferma la stessa capogruppo Iratxe Garcia Perez, nel corso di una conferenza stampa di presentazione della due giorni di tributo a Sassoli – ha l’obbiettivo” di uscire dalle urne come “prima forza nel Parlamento europeo”. “Avremo un buon risultato”, assicura l’eurodeputata spagnola, la quale preferirebbe “un’alleanza solo con le altre forze progressiste” per la prossima maggioranza a Strasburgo. Sa però che è un’ipotesi inverosimile, quindi garantisce che in ogni caso “sarà un’alleanza solo con forze europeiste”, perché i socialisti europei “non si siederanno mai a negoziare con forze di estrema destra”.
La volontà dei progressisti europei di puntare solo sulle proprie forze, almeno finché le urne non certificheranno la necessità di alleanze, è confermata dalla chiusura all’idea che Mario Draghi, ex presidente del Consiglio italiano, guidi la prossima Commissione Ue. Il nome dell’ex premier è indicato da molta stampa europea come possibile successore di Charles Michel alla guida del Consiglio europeo, o della Presidente dell’esecutivo comunitario Ursula von der Leyen. Al momento, tuttavia, il principale ostacolo al ritorno di Draghi ai vertici delle istituzioni Ue sembra proprio la volontà dei socialisti di puntare a quei ruoli.
Le parole di Garcia Perez sono chiare: “È in corso il processo di definizione dei candidati socialisti per le europee e sosterremo lo spitzenkandidat (il candidato alla presidenza della Commissione Ue, ndr) che emergerà da questo processo”. Una bocciatura per Draghi, quindi, ma non è detto che sia per sempre, soprattutto se lo scenario post voto dovesse imporre una riedizione dell’alleanza tra Pse e Ppe. In quel caso, il nome di Draghi sarebbe certamente tra quelli in grado di mettere d’accordo in molti all’interno delle due famiglie politiche. Sempre ammesso che l’ex numero uno della Bce non venga richiamato in servizio prima, per sciogliere il nodo creato dalle dimissioni di Michel da presidente del Consiglio europeo.
Per giocare queste partite, il gruppo S&D si prepara recuperando la memoria di Sassoli. “Una memoria viva per le battaglie che fatto”, sottolinea la segretaria nazionale del Pd Elly Schlein, promettendo di portarle avanti “per una Europa sempre più unita e in grado di dare risposte di prossimità ai bisogni delle persone”.
Oltre ai valori, secondo il capodelegazione Pd all’Eurocamera Brando Benifei è necessario recuperare “il metodo Sassoli”, che si è “visto ad esempio quando abbiamo approvato il Next generation Eu”. In quella occasione, secondo l’esponente del Pd, l’ex presidente ha avuto il merito di aver “unito il Parlamento europeo, facendo prevalere la visione della solidarietà, quando i governi europei erano divisi e incerti” sul provvedimento, che per la prima volta nella storia ha portato alla creazione di debito comune per rilanciare l’economia Ue dopo la pandemia da Covid-19.
E chissà se questo metodo funzionerà anche per il dibattito in corso sul nuovo Patto di stabilità e crescita, visto che l’accordo raggiunto in Consiglio “lascia insoddisfatti” Benifei e i suoi colleghi di partito. Il testo licenziato dai 27, assicura l’eurodeputato italiano, “non è il testo del nuovo Patto di stabilità e crescita. Anzi – precisa – è impossibile che quello sia il testo finale, perché dovrà essere discusso anche dal Parlamento europeo”, dove il capodelegazione Pd è intenzionato a dare battaglia perché venga modificato, ed è in buona compagnia vista l’opposizione annunciata anche dal leader dei Verdi Philippe Lamberts.
Dell’eredità di Sassoli si è discusso anche all’Europa Experience di Roma, uno spazio in cui i cittadini possono toccare con mano e simulare in prima persona l’attività delle istituzioni Ue. Lì, l’Ufficio di collegamento del Parlamento europeo in Italia ha organizzato una commemorazione con giovani studenti, i quali hanno letto e ascoltato alcuni brani dei discorsi pronunciati dallo stesso Sassoli. Intervenendo all’iniziativa, il direttore dell’Ufficio Carlo Corazza ha voluto celebrare i primi 100mila visitatori dello spazio dedicato proprio all’ex presidente del Parlamento Ue, ricordando che “David era innamorato della democrazia europea e credeva in un’Europa aperta e capace di avvicinarsi ai giovani”. La sua “memoria indica senza tentennamenti la strada che noi dobbiamo percorrere insieme”, aggiunge la vicepresidente dell’Eurocamera Ue Pina Picierno, che indica la traccia lasciata da Sassoli: “Autonomia e forza del Parlamento, accoglienza e solidarietà verso chi fugge dalle guerre e guarda all’Europa con gli occhi della speranza, lotta contro ogni violazione del diritto e della democrazia”.
Le commemorazioni per lo scomparso presidente del Parlamento Ue proseguiranno domani (12 gennaio), sempre a Roma, dove si svolgerà la seconda iniziativa organizzata dai socialisti europei. In Campidoglio, presso la sala della Protomoteca, dalle 9,00 alle 13,00 si svolgerà un convegno dal titolo “’L’eredità di David Sassoli. Un viaggio verso la nuova Europa”.