Bruxelles – Italia e vongole, la saga continua. Il rapporto tra Paese e prelibati frutti di mare non è dei più idialliaci. Prima gli scontri, anche muscolari, a livello UE per le regole sulle dimensioni e divieti per bivalvi inferiori ai 25 millimetri, scontro durato quasi dieci anni, adesso la moria misteriosa a cui nessuno, al momento, sa dare una spiegazione. Si sa solo che nel mare Adriatico “dalla fine di luglio scorso è stato riscontrato un esteso fenomeno di moria di vongole, iniziato già in primavera”. Almeno così denuncia Massimo Casanova (Lega/Id), membro della commissione Pesca del Parlamento europeo. ” L’ultima segnalazione giunge dal Molise, dove il settore quantifica in circa l’80 per cento l’entità di tale fenomeno”.
C’è dunque una “moria diffusa e anomala“, denuncia l’europarlamentare. Il punto è: che succede alla vongole dell’Adriatico e del ‘made in Italy’? L’indiziato numero uno sembra essere il clima. Situazioni meteorologiche estreme è la risposta ritenuta più plausibile a Bruxelles, dove la Commissione europea non dispone di ulteriori informazioni. Informazione che l’Italia dovrà comunque fornire entro l’autunno di quest’anno.
Il commissario per l’Ambiente e il mare, Virginius Sinkevicius, rileva innanzitutto che “negli ultimi mesi non sono stati notificati alla Commissione livelli eccezionali di mortalità di vongole”, come spiega nella risposta fornita. Riconosce, nei fatti, di non saperne molto anche se lui, Sinkevicius, un’idea se l’è fatta: clima ‘pazzo’. “Nel 2023 la temperatura superficiale del mare Adriatico è stata superiore rispetto alla media a lungo termine e gli elevati scarichi fluviali, dovuti alle forti precipitazioni, hanno ridotto la salinità costiera all’inizio dell’estate”. Troppa acqua dolce e mare troppo caldo, un combinazione non delle migliori. “Tali variazioni dei parametri oceanografici potrebbero costituire fattori di stress ambientale aggiuntivi per le vongole”.
Sinkevicius ha un’altra possibile risposta. E un dubbio. L’Italia sta lavorando per una buona conservazione del proprio ambiente marino? Perché “gli Stati membri sono tenuti a mettere in atto strategie per conseguire un buono stato ecologico” degli habitat blu, “garantendo in tal modo che le acque dell’Ue e le specie che esse ospitano siano in buono stato di salute”.
Ora, il punto è che i dati in possesso dell’esecutivo comunitario, fa notare Sinkevicius, non sono aggiornati. L’ultima relazione disponibile sulle acque italiane del mare Adriatico “si basa su informazioni raccolte prima del 2023”. Inoltre “non affronta la questione della recente moria di vongole”, il che rende più complicato affrontare il tema e capirne le cause. Ma, critica implicitamente Sinkevicius, “la precedente relazione disponibile indica che nelle acque italiane del mare Adriatico non è stato raggiunto il buono stato ecologico”.
Sulle vongole rischia di gravare anche l’italianità, insomma. Se ne saprà di più nei prossimi mesi. “La prossima relazione sullo stato dell’ambiente marino dovrebbe essere trasmessa alla Commissione entro il 15 ottobre 2024”, ricorda Sinkevicius.