Bruxelles – Un’Europa che si riscalda “due volte più rapidamente della media mondiale”, che ha già raggiunto 1,1ºC nel 2020. Questo l’allarme che lancia la Commissione europea mentre è al lavoro per presentare nel primo trimestre dell’anno una nuova comunicazione con cui individuare i settori in cui intervenire ulteriormente per gestire i rischi derivati dai cambiamenti climatici nell’Ue sulla base dell’ultima relazione del gruppo intergovernativo di esperti, secondo cui i cambiamenti del clima stanno causando “inevitabili aumenti degli impatti fisici” nella nostra società, come la crescente frequenza di eventi metereologici estremi nell’Ue e nel mondo.
Secondo le stime, gli impegni globali attuali non sono sufficienti per centrare gli obiettivi dell’accordo di Parigi di circoscrivere il surriscaldamento entro i 1,5° C, ma indicano invece una traiettoria di 2,4-2,6ºC entro la fine del secolo. L’Ue sta già lavorando a misure di adattamento, ma prende atto anche del fatto che l’aumento dei pericoli fisici dovuti agli effetti dei cambiamenti climatici è inevitabile nel breve termine, indipendentemente dallo scenario relativo alle emissioni.
L’idea è che per ridurre l’impatto dei rischi climatici crescenti per l’Ue ed evitare che le decisioni politiche di oggi aumentino tali rischi per le generazioni di domani, tali rischi debbano essere gestiti “con urgenza e in modo proattivo”. La comunicazione – che non avrà valore legislativo – individuerà dunque i settori in cui proseguire i lavori per gestire meglio i relativi rischi nell’Ue, con l’obiettivo di garantire che i responsabili politici adottino decisioni informate in merito all’accettabilità di tali rischi.
Prendendo atto del fatto che questi rischi climatici possono aggravarsi con altri fattori di rischio, tra cui quelli sociali (status socioeconomico, genere, invecchiamento, condizioni di salute e origine etnica), ambientali ed economici. Dal momento che “diversi settori d’intervento, quali la sanità e l’assistenza sociale, il mercato del lavoro, l’energia, l’alimentazione, l’edilizia o la politica urbana sono altamente esposti e vulnerabili ai cambiamenti climatici, la mancata gestione dei rischi climatici potrebbe avere ripercussioni negative di ampia portata per gli europei, incidendo sulla loro fiducia nell’Ue”, scrive la Commissione nel documento che accompagna l’avvio della consultazione pubblica.
L’iniziativa si inquadra in una più ampia strategia di adattamento dell’Ue che la Commissione europea ha adottato nel 2021 e si baserà sulla relazione scientifica indipendente relativa alla valutazione europea dei rischi climatici, che dovrebbe essere pubblicata in primavera e integrerà la valutazione dei progressi in materia di adattamento a livello nazionale.