Bruxelles – Patto di stabilità, patto sulle migrazioni e l’asilo e prima legge europea sull’intelligenza artificiale. Nonostante un turbolento inizio scombussolato dalle elezioni, la Spagna chiuderà il prossimo 31 dicembre l’anno e il suo semestre di presidenza alla guida dell’Ue dopo aver portato a traguardo oltre 50 accordi politici e anche molti dossier cruciali per la competitività economica del Continente. Molti dei quali sono arrivati sul filo di lana poco prima della pausa natalizia delle istituzioni.
Dalla reindustrializzazione alla transizione energetica, dalla giustizia sociale ed economica all’unità dell’Unione sui dossier sul clima. Quattro in tutto le priorità che dallo scorso primo luglio fino al 31 dicembre hanno segnato la presidenza spagnola, alla guida dell’Ue per la quinta volta dopo il 1989, il 1995, il 2002 e il 2010.
Oltre 50 gli accordi politici raggiunti, con circa 150 file da completare sotto la prossima presidenza belga che avrà il compito di traghettare le istituzioni di Bruxelles verso le elezioni europee in programma nei ventisette Paesi dal 6 al 9 giugno. In termini di reindustrializzazione e transizione energetica, Madrid ha chiuso in tempi record due dei tre pilastri del Piano industriale per il Green Deal: la prima legge sulle materie prime critiche e la riforma del mercato elettrico dell’Ue. Progressi sono stati compiuti anche sul terzo pilastro, ovvero il Net-Zero Industry Act, su cui ora sarà la presidenza belga ad avviare il negoziato a tre tra Parlamento e Consiglio (mediato dalla Commissione europea) e cercare di raggiungere un accordo.
Ultimi in ordine di tempo, ma forse i più significativi sono i due accordi sulla riforma del patto di stabilità (su cui i ministri dell’Economia e delle finanze hanno raggiunto un accordo lo scorso 20 dicembre) e sui principali elementi politici dei cinque regolamenti chiave che riformeranno il quadro giuridico dell’Ue in materia di asilo e migrazione (la proposta della Commissione europea risale al settembre 2020 e in pochi ottimisti pensavano che si riuscisse a strappare un accordo prima della fine della legislatura). Dopo circa 36 ore di negoziato, lo scorso 8 dicembre i negoziatori del Parlamento e del Consiglio hanno raggiunto un accordo anche sulla prima legislazione al mondo che disciplina sviluppi e usi dell’intelligenza artificiale.
Ma non c’è dubbio che oltre ai numerosi dossier legislativi portati al traguardo finale, la guida di Madrid sarà ricordata per lo storico Vertice europeo di dicembre che ha portato i Ventisette a dire sì all’avvio dei negoziati di adesione dell’Ucraina, che potrebbe rappresentare una svolta per la politica di allargamento dell’Unione europea. Se per capire quali saranno le conseguenze di questa apertura bisognerà aspettare la prossima legislatura, ci sono vari dossier che l’attuale presidenza spagnola lascia aperti in ‘eredità’ alla prossima presidenza del Belgio, che assumerà le redini dell’Ue dal primo gennaio fino al 30 giugno per la tredicesima volta da quando il progetto europeo è nato.
Donne, bilancio e riforma dell’Ue: cosa resta alla presidenza belga dell’Ue
La presidenza belga “lavorerà per proteggere meglio i cittadini europei, rafforzare la nostra cooperazione e preparare il nostro futuro condiviso. Si concentrerà su sei aree tematiche e presterà particolare attenzione al mantenimento del nostro fermo sostegno all’Ucraina”, afferma il governo belga sul sito dedicato alla presidenza, precisando che le sei priorità del semestre saranno “difendere lo stato di diritto, la democrazia e l’unità”; “rafforzare la nostra competitività”; “perseguire una transizione verde e giusta”; “rafforzare la nostra agenda sociale e sanitaria”; “proteggere le persone e i confini” e “promuovere un’Europa globale”.
Con le elezioni alle porte il prossimo giugno e oltre 150 dossier ancora aperti sul tavolo, il Belgio ha promesso che cercherà di finalizzarne il maggior numero possibile. La prima parte dell’anno, verosimilmente, sarà dedicata in particolare a trovare un accordo sulla revisione intermedia del bilancio pluriennale 2021-2027, su cui i capi di stato e governo hanno fallito nel tentativo all’ultimo Vertice di dicembre. Ma non solo.
Tra i vari file legislativi di peso politico da portare a termine per l’attuale Commissione (la prima con una donna al vertice) c’è anche la nuova legislazione comunitaria contro la violenza sulle donne e per introdurre una definizione armonizzata del reato di stupro. La proposta della Commissione è ferma da quest’estate ai triloghi (la fase di negoziazioni interistituzionali), perché le posizioni adottate dal Consiglio dell’Ue e dal Parlamento europeo sono troppo distanti. Alla presidenza belga spetterà anche il compito di far progressi sulla riforma dei trattati dell’Ue, perché vada di pari passo con il processo di allargamento. Non a caso, le riforme dell’Ue sono uno dei temi portanti della prossima presidenza per un’Europa pronta per il futuro. “Dobbiamo riformare l’Ue, le sue politiche, i bilanci e le istituzioni, in vista del prossimo possibile allargamento”, si legge sul sito della prossima presidenza.