Bruxelles – Una “grave perdita” per la Germania e per l’Europa. I vertici delle istituzioni europee ricordano Wolfgang Schäuble, influente esponente di lunghissimo corso della Cdu tedesca, morto ieri sera (26 dicembre) all’età di 81 anni.
Ministro delle Finanze dei governi guidati da Angela Merkel dal 2009 al 2017, Schäuble è stato uno dei più decisi promotori dell’austerity e – durante la crisi dell’euro e del debito sovrano europeo – del braccio di ferro con la Grecia, proponendo addirittura che Atene uscisse dalla moneta unica. Ma ben prima dei ruoli negli esecutivi targati Merkel, Schäuble lega il suo nome e il suo operato alla riunificazione tedesca: dal 1989 al 1991, come ministro dell’Interno del governo in mano a Helmut Kohl, gestì il superamento delle due Germanie e l’ingresso dell’est all’interno dell’Ue.
“Attraverso le sue azioni e il suo esempio, ha plasmato la democrazia tedesca come nessun altro. Ha sempre pensato in grande e lontano”, è l’omaggio che gli ha dedicato su X la presidente della Commissione europea- e sua concittadina -, Ursula von der Leyen. Con un tweet in tedesco ha espresso il proprio cordoglio la presidente dell’Eurocamera, Roberta Metsola, “triste” per la morte di “un uomo che ha dedicato la sua vita al servizio delle persone, un modello politico che ha plasmato la Germania e l’Europa come deputato, presidente del Bundestag e ministro“. Anche Manfred Weber, leader del gruppo del Partito Popolare Europeo, ha voluto ricordarlo come “uno dei architetti principali dell’unificazione economica della Germania e dell’integrazione europea”.
Schäuble è uno dei politici con la carriera più lunga in Germania: ministro federale della Germania Ovest già dal 1984 al 1989, poi ministro degli interni che gestì le trattative per la riunificazione del Paese, fu anche presidente della Cdu dal 1998 al 2000, ministro dell’Interno dal 2005 al 2009 e presidente del Bundestag, la camera bassa del parlamento tedesco, dal 2017 al 2021. Viveva in sedia a rotelle dal 1990, anno in cui subì un feroce attentato: fu ferito al volto a alla spina dorsale da tre proiettili sparati da un uomo, poi giudicato incapace di intendere e di volere, e da quel momento rimase paralizzato dalla vita in giù.
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