Bruxelles – Si chiama DestinE, Destination Earth, e dal 2024 inizierà la fase di messa in orbita di questo ‘nuovo’ pianeta. Almeno a livello digitale. Una replica perfetta della Terra, che permetterà di monitorare, simulare e prevedere l’interazione tra fenomeni naturali e attività umane per raggiungere gli obiettivi della transizione verde e sostenere la lotta contro le conseguenze dei cambiamenti climatici.
L’obiettivo finale di Destination Earth – iniziativa faro dell’Ue nata nel 2022 per realizzare un progetto di sviluppo del modello altamente accurato su scala globale – è quello del 2030, quando il gemello digitale della Terra sarà perfettamente funzionante e integrato con tutte le informazioni necessarie. Ma il 2024 sarà l’anno chiave per iniziare la fase operativa di Destination Earth, secondo la tabella di marcia definita dalla Commissione Europea e approvata dai Consigli dei tre enti incaricati di realizzare l’ambizioso progetto dell’Unione: l’Agenzia spaziale europea (Esa), il Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio raggio (Ecmwf) e l’Organizzazione europea per lo sfruttamento dei satelliti meteorologici (Eumetsat). Sostenuto con un finanziamento iniziale di 150 milioni di euro dal programma Digital Europe, dopo la prima fase di realizzazione per la preparazione e l’implementazione di tutti i componenti principali del sistema Destination Earth, dal giugno 2024 il progetto entrerà nella seconda fase, che prevede l’avvio delle operazioni.
Il punto di partenza è la piattaforma gestita dall’Esa, che fornirà strumenti decisionali, applicazioni e servizi basati su un sistema cloud aperto, flessibile e sicuro. Su questo schema centrale si imposteranno sia il ‘Data Lake’ di Eumetsat – uno spazio di archiviazione e accesso continuo ai set di dati scientifici esistenti, come quelli di Copernicus, dell’Internet delle cose, delle statistiche socioeconomiche e degli utenti – sia il ‘Digital Twin Engine’, l’infrastruttura software necessaria per alimentare la replica digitale della Terra. È così che i due ‘digital twin’ sviluppati da Ecmwf passeranno all’esecuzione a livello operativo. Si tratta di due repliche digitali di sistemi terrestri altamente complessi, basate sulla fusione perfetta di osservazioni in tempo reale e modelli predittivi ad alta risoluzione. Si tratta del gemello digitale della Terra sui rischi meteorologici e geofisici – che si concentrerà su alluvioni, siccità, ondate di calore e fenomeni geofisici come terremoti, eruzioni vulcaniche e tsunami – e quello sull’adattamento ai cambiamenti climatici, che fornirà capacità di osservazione e simulazione per supportare le attività e gli scenari di mitigazione, dall’agricoltura sostenibile alla sicurezza energetica e la protezione della biodiversità.
Destionation Earth “sbloccherà il potenziale a un livello che rappresenta una vera e propria svolta in termini di precisione, dettaglio locale, velocità di accesso alle informazioni e interattività“, spiega la Commissione Ue nella descrizione del progetto. “Questo sforzo europeo per creare un gemello digitale della Terra migliorerà notevolmente la capacità dell’Europa di rispondere e adattarsi ai fenomeni meteorologici estremi e ai cambiamenti climatici, rafforzando l’attuazione della transizione verde e digitale”, sottolinea l’esecutivo comunitario. Nel corso dei tre anni successivi saranno sviluppati poi altri ‘digital twin’, come quelli sugli oceani e sulla biodiversità, con l’obiettivo finale dell’integrazione in un unico gemello digitale complessivo del pianeta Terra entro il 2030.