Bruxelles – Senza un intervento più deciso nei piani nazionali energia e clima degli Stati membri, l’Unione europea rischia di rimanere indietro sugli obiettivi al 2030. A dirlo è la prima analisi della Commissione europea sulle bozze di piani nazionali per l’energia e il clima (PNEC) presentate a Bruxelles, sul tavolo del Consiglio Ue Energia che si è tenuto ieri (19 dicembre) nella capitale belga. L’ultimo sotto presidenza spagnola alla guida dell’Ue e dell’anno.
C’è un divario “significativo” tra i piani nazionali rivisti per l’energia e il clima e i nuovi target previsti dal pacchetto sul clima ‘Fit for 55’ e dal piano per l’indipendenza energetica ‘REPowerEU’. Le “misure esistenti e pianificate incluse nei progetti di PNEC non sono ancora sufficienti per raggiungere gli obiettivi climatici ed energetici dell’Ue per il 2030”, si legge nella valutazione di Bruxelles che invita i governi a intensificare gli sforzi sulla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra e definire piani più chiari su come intendono adattarsi al cambiamento climatico.
Bruxelles ha valutato in tutto 21 piani su 27 Stati membri, perché Austria, Bulgaria e Polonia devono ancora presentarli mentre Belgio, Irlanda e Lettonia li hanno consegnati in ritardo e saranno valutati dalla Commissione solo all’inizio del 2024.
Sempre di bozze si tratta e questo rassicura. “Sono convinta che nei piani nazionali energia e clima finali vedremo livelli di ambizione significativamente più elevati”, ha rassicurato la commissaria europea per l’energia, Kadri Simson, in conferenza stampa al termine del Consiglio Ue. Simson ricorda inoltre che la maggior parte degli Stati membri ha preparato i propri piani prima che fosse raggiunto l’accordo finale sulla nuova direttiva efficienza energetica e dunque le misure andranno aggiustate.
Stime al ribasso su emissioni, rinnovabili e consumi
Gli Stati membri devono presentare i propri PNEC aggiornati in via definitiva entro il 30 giugno 2024, tenendo conto delle raccomandazioni della Commissione e delle valutazioni individuali. Quindi c’è ancora tempo per aggiustare il tiro, ma un intervento è necessario. Ad esempio, stima la Commissione, con l’aggiornamento attuale dei PNEC, l’Unione europea non sarà in grado di raggiungere l’obiettivo di tagliare le emissioni di gas serra del 55 per cento entro il 2030 (rispetto al 1990) come previsto dal pacchetto sul clima ‘Fit for 55’, ma arriverà solo al 51 per cento.
“Nonostante una sostanziale riduzione negli ultimi anni, le emissioni nette di gas a effetto serra (GHG) nel 2030 si stima che le emissioni nette di gas a effetto serra (GHG) saranno inferiori del 51 per cento rispetto al 1990, 4 punti percentuali in meno rispetto all’obiettivo del 55 per cento fissato dalla legge sul clima”, si legge nel documento. La Commissione invita i governi a “mettere in atto politiche e misure sufficienti nei settori dei trasporti, dell’edilizia, dell’agricoltura, dei rifiuti e per aumentare l’assorbimento di carbonio. Questo sforzo supplementare è necessario per colmare le lacune nel raggiungimento degli obiettivi previsti dai regolamenti sulla condivisione degli sforzi e sul LULUCF”.
Bruxelles vede al ribasso anche gli sforzi sulle rinnovabili e sul risparmio dei consumi energetici. Per energia rinnovabile, la traiettoria attuale porterebbe a una quota del 38,6-39,3 per cento di energie rinnovabili nel mix energetico entro il 2030, mentre la nuova direttiva fissa il target del 42,5 per cento. Quanto all’efficienza energetica, le bozze attuali porterebbero a miglioramenti dell’efficienza energetica del 5,8 per cento, rispetto all’obiettivo dell’11,7 per cento imposto dalla direttiva rivista.
“E’ fondamentale aggiornare i Piani nazionali per l’energia e il clima con risoluta ambizione. Abbiamo dimostrato leadership alla COP28 e questa è l’occasione per dimostrare che siamo pronti ad agire sul campo e a combattere con fermezza il cambiamento climatico”, commenta il vicepresidente per il Green Deal, Maros Sefcovic, assicurando che la “Commissione è pronta a sostenere gli Stati membri in questo processo, anche promuovendo buone pratiche nell’utilizzo delle fonti di finanziamento disponibili per la transizione verde”.