Bruxelles – L’annunciata Alleanza industriale per i mini reattori nucleari dovrebbe essere lanciata già nei primi mesi del 2024. A darne conferma oggi la commissaria europea per l’energia, Kadri Simson, in arrivo al Consiglio Ue Energia che si è tenuto a Bruxelles.
“Crediamo che i piccoli reattori modulari nucleari possano svolgere questo ruolo e aiutarci a raggiungere i nostri ambiziosi obiettivi per il 2040. Per consentire questo sviluppo e tener conto dei più elevati standard di sicurezza, dobbiamo stabilire delle regole per gli Stati membri dell’Ue, ma naturalmente vogliamo andare incontro anche alla nostra industria e questo è il motivo per cui stiamo progettando di istituire un’Alleanza industriale per i piccoli reattori modulari all’inizio del prossimo anno”, ha dichiarato la commissaria estone.
Di un’Alleanza industriale dell’Ue sui mini reattori nucleari si parla a Bruxelles ormai da mesi. La Commissione europea prende atto di un crescente interesse di diversi Stati membri per le tecnologie nucleari in alcuni Paesi dell’Ue e il loro potenziale ruolo per raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica entro la metà del secolo e ha promesso il lancio di una vera alleanza con le parti industriali per sfruttarne a pieno il potenziale dei mini reattori nucleari.
I piccoli reattori modulari (small modular reactors) sono reattori nucleari più piccoli sia in termini di potenza sia di dimensioni fisiche, rispetto alle centrali tradizionali su scala gigawatt, con una potenza compresa tra 10 e 300 MegaWatt. Si basano su tecnologie esistenti e sono progettati per essere costruiti in fabbrica in forma modulare standard e il loro vantaggio principale è che possono essere assemblati in fabbrica e poi spediti e installati sul posto, quindi anche in aree remote con capacità di rete limitata o in aree in cui l’uso di grandi centrali nucleari tradizionali non è possibile. Questa tipologia di reattori utilizza reazioni di fissione nucleare per creare calore che può essere utilizzato direttamente o per generare elettricità e sono di recente tornati al centro del dibattito politico in Ue nel pieno della crisi energetica con la Russia e nel tentativo di diversificare le fonti di approvvigionamento.
Da qui al 2050 l’Unione europea stima di dover investire tra 350 e 450 miliardi di euro in nuova capacità nucleare per sostituire le unità dismesse e mantenere più o meno la stessa capacità di produzione di oggi. Un rinnovato interesse da parte di molti Stati membri, compresa l’Italia, che si sta affermando in particolare dall’inizio della guerra di aggressione della Russia ai danni dell’Ucraina e per la necessità di affrancarsi dalle importazioni energetiche da Mosca.
L’Italia ‘osserva’ l’Alleanza Ue per il nucleare
A margine Consiglio Ue Energia si è tenuto questa mattina a Bruxelles – ultimo sotto presidenza spagnola alla guida dell’Ue – si è riunita anche l’Alleanza per l’energia nucleare promossa dalla Francia, a cui hanno partecipato i ministri di Ungheria, Repubblica ceca, Slovenia, Slovacchia, Bulgaria, Romania, Croazia, Finlandia, Svezia, Paesi Bassi, Polonia e Italia e Belgio in qualità di ‘Paesi osservatori’.
Si tratta della quinta riunione in tutto da quando l’iniziativa è stata promossa dalla ministra francese per la transizione ecologica, Agnès Pannier-Runacher e lanciata a fine febbraio. I partecipanti alla riunione – tranne Belgio e Italia, che partecipavano solo in qualità di osservatori – hanno sottoscritto un documento congiunto per incalzare la Commissione europea ad “avviare un’ampia revisione delle opzioni di finanziamento, compresa la Banca europea per gli investimenti, per i progetti e le tecnologie che contribuiscono al nostro obiettivo di neutralità del carbonio, senza alcuna forma di discriminazione tra le alternative prive di combustibili fossili”, si legge. Il riferimento è all’inclusione dell’energia dell’atomo tra i finanziamenti europei. Per i firmatari la “Commissione dovrebbe adottare misure per semplificare e ampliare l’accesso ai fondi europei e rispettare il mandato conferito al Fondo per l’innovazione per consentire il finanziamento di progetti innovativi che utilizzano tecnologie nucleari, compresa la produzione di idrogeno a basse emissioni di carbonio”. L’obiettivo