Bruxelles – Evita lo scontro, si guarda bene dall’affondare colpi in modo diretto. Volodymyr Zelensky è consapevole di quello che accade. Il presidente dell’Ucraina sa che c’è un Paese dell’UE che frena sull’avvio dei negoziati di adesione del suo, di Paese. Ma sa anche che gli altri stanno lavorando per convincere ad andare avanti. E li esorta a proseguire. “Dieci anni fa, in Ucraina, la gente si sollevò sotto le bandiere dell’Unione Europea”, ricorda intervenendo, collegato da remoto, al vertice dei capi di Stato e di governo dell’UE. “Per loro era un simbolo di verità e tale dovrebbe rimanere. Oggi vi chiedo una cosa: non tradite le persone e la loro fede nell’Europa“.
L’intervento del presidente ucraino è un appello chiaro, diretto, ma tutt’altro che semplice. Perché non ascoltarlo avrebbe ripercussioni tutt’altro che marginali. “Oggi è il giorno in cui la decisione sarà presa a Bruxelles o a Mosca”, avverte Zelensky. Tutto dipende da quello che accadrà o non accadrà a Bruxelles, nel corso di una discussione sul percorso europeo dell’Ucraina. “Gli europei non capiranno se il sorriso soddisfatto di Putin diventerà la ricompensa per un incontro a Bruxelles“, afferma ancora.
La chiave di tutto è questo: se non sarà Ucraina sarà Russia, con tutto ciò che può derivarne. Lo vuole ribadire a chiare lettere anche al primo ministro ungherese Viktor Orban, unico a non volere l’avvio dei negoziati con Kiev per la membership a dodici stelle. Fermo restando che l’UE ha creato aspettative tali che disattenderle ormai non è più un’opzione. “Gli accordi devono essere onorati e le parole devono avere un senso“, sottolinea il presidente. Vuol dire che l’Unione europea si è esposta troppo per fare marcia indietro e non mantenere impegni e promesse. Fermo restando che c’è quella promessa di rifornimento di munizioni che è si è infranta contro la realtà dei fatti e l’impossibilità dell’UE di procedere come detto.
Adesso è tempo di procedere con l’avvio dei negoziati “E’ molto importante che l’Europa non ricada nell’indecisione”, incalza Zelensky, “nessuno vuole che l’Europa venga vista come inaffidabile. Oppure, incapace di prendere decisioni“. Non c’è solo l’avvenire dell’Ucraina, ma anche il futuro dell’UE e delle sue ambizioni geopolitiche. “Le persone in Europa non vedranno alcun beneficio se Mosca ricevesse un lasciapassare da Bruxelles sotto forma di negatività nei confronti dell’Ucraina”.
Zelensky si prende il suo tempo, e poi sfida apertamente Orban senza chiamarlo in causa ma provando a forzare la mano e dettare addirittura l’agenda: “Oggi è il giorno per una decisione politica in risposta a ciò che abbiamo realizzato”. Tradotto: “Si tratta di aprire i negoziati di adesione con l’Ucraina”. Poi, “a marzo del prossimo anno, approvare il quadro negoziale per andare avanti”.