Bruxelles – Nessuna maggioranza e dunque nessun accordo sulle nuove tecniche genomiche. Fumata nera oggi (11 dicembre) al Consiglio Ue Agricoltura e Pesca (Agrifish) in corso a Bruxelles sulla proposta della Commissione europea per dar vita a un nuovo quadro giuridico a tutela delle cosiddette ‘nuove tecniche genomiche’, ovvero tecnologie che alterano il materiale genetico di un organismo e consentono la produzione di varietà di piante e colture “migliorate” che quindi possono essere più resistenti al clima, ai parassiti, richiedere meno fertilizzanti e pesticidi o garantire rese più elevate.
La proposta è arrivata lo scorso 5 luglio da parte di Bruxelles con l’idea di ammorbidire le regole con cui le piante e le colture prodotte da cisgenesi e mutagenesi vengono immesse sul mercato dell’Ue. I ministri europei dell’agricoltura avrebbero dovuto adottare il mandato politico nell’ultimo Consiglio Ue Agricoltura e Pesca sotto presidenza spagnola alla guida dell’Ue, che dal primo gennaio lascerà le redini dell’Ue alla presidenza del Belgio.
“Siamo vicini ad arrivare a un accordo sull’orientamento generale, ma ancora non c’è la necessaria maggioranza per arrivare a questo obiettivo”, ha sintetizzato il ministro spagnolo per l’agricoltura, Luis Planas, presiedendo la riunione e chiudendo il giro di tavolo dei ministri. Il ministro di Madrid ha assicurato che la presidenza spagnola lavorerà “in maniera costruttiva fino alla fine del mandato, con l’obiettivo di portare” la futura presidenza belga che si insedierà dal primo gennaio a “concludere nelle migliori condizioni”.
La maggioranza richiesta per l’accordo è qualificata, che si ottiene quando il 55 per cento degli Stati membri vota a favore (15 Paesi su 27) e gli Stati membri che appoggiano la proposta rappresentano almeno il 65 per cento della popolazione totale dell’Ue.
Nel corso della sessione pubblica al Consiglio Ue sul file, Romania, Croazia, Polonia, Ungheria, Slovacchia, Austria, Lussemburgo, Slovenia hanno dichiarato l’intenzione di votare contro, mentre Germania e Bulgaria hanno dichiarato l’intenzione di astenersi (e l’astensione equivale a un voto contrario ai fini della maggioranza qualificata). Nulla da fare, il testo passa ora in eredità alla prossima presidenza belga che si insedierà dal primo gennaio.
Per l’Italia il dibattito sulle nuove tecniche genomiche è “un passaggio che evolve il tema della rivoluzione verde, cercando di affiancare” alle tecniche agricole tradizionali “tecniche che consentono il rafforzamento di colture in grado di affrontare la sfida della produzione e della sostenibilità”, ha dichiarato il ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, ribadendo in sessione pubblica il sostegno dell’Italia alla proposta di compromesso della presidenza spagnola, definendola “sufficientemente equilibrata”.
A detta del ministro, inoltre, le piante ottenute dalle nuove tecniche genomiche “sono fondamentali per migliorare processi produttivi in agricoltura e contribuire alla sicurezza e alla sovranità alimentare che oggi consideriamo in pericolo” anche a causa delle crisi “che vanno moltiplicandosi”. Per il Paese, le nuove tecniche genomiche sono “totalmente e scientificamente differenti dagli organismi geneticamente modificati (Ogm) come percorso, i dati riscontrano un processo in linea con la tradizione anche italiana di mantenimento della qualità” delle colture. Il quadro normativo proposto da Bruxelles riguarda solo le piante prodotte mediante mutagenesi mirata (che induce mutazioni nel genoma della pianta senza aggiungere materiale genetico estraneo) e da cisgenesi (che prevede l’inserimento di materiale genetico in un organismo da un donatore sessualmente compatibile con l’organismo). Non riguarda invece le piante ottenute tramite trangenesi, ovvero l’introduzione di materiale genetico da una specie non incrociabile, che resta ‘coperta’ dalle attuali regole sugli Ogm.
Italia fa squadra con Austria e Francia contro la carne coltivata
A margine dei lavori, Lollobrigida ha riferito ai cronisti di aver preso parte su iniziativa del ministro austriaco Norbert Totschnig, e con il ministro francese, Marc Fesneau, a un incontro “per parlare di una posizione comune sulla vicenda dei cibi coltivati”. Il mese scorso l’Italia ha approvato un disegno di legge per vietare la produzione e la vendita di “alimenti e mangimi sintetici”, anche se per il momento in Europa non è stato autorizzato alla commercializzazione alcun prodotto coltivato in vitro o in laboratorio.
Il ministro non ha fornito molti dettagli sull’iniziativa, ma ha spiegato che il governo di Vienna “ha chiesto all’Italia e alla Francia di elaborare un documento comune che coinvolga anche altri colleghi sul rapporto tra cibo e natura, che a nostro avviso è un problema importante ma, come avevamo sottolineato, l’Europa non solo ci ascolta ma è molto sensibile agli stessi temi che hanno coinvolto la politica italiana e i nostri concittadini”, conclude.