Bruxelles – Le priorità Ue aprono la decima edizione dell’evento ‘How Can We Govern Europe’, organizzato oggi (6 dicembre) da Withub con la direzione editoriale di Eunews e Gea – Green Economy Agency a Bruxelles, presso la residenza dell’ambasciatore d’Italia in Belgio. A pochi mesi dalle elezioni del giugno 2024, il panel Le priorità economiche, politiche e il ruolo internazionale dell’Unione nella nuova legislatura alle porte ha messo in fila quanto ancora da ultimare prima del ritorno al voto e ciò su cui bisognerà lavorare nella prossima legislatura. Dalla politica industriale alle nuove maggioranze possibili in Parlamento, senza dimenticare la riforma dei Trattati, l’Atto Ue sull’intelligenza artificiale e gli aiuti di Stato.
Moderato dalla corrispondente a Bruxelles per Huffingtonpost.it Angela Mauro, il punto d’inizio è lo stato dell’arte sul rapporto tra Bruxelles e le 27 capitali, in particolare dalla politica industriale. “L’Europa deve essere cosciente che deve avere un’industria competitiva nel mondo, se partiamo da questo presupposto dobbiamo creare le condizioni per cui la transizione verde e digitale siano un successo“, è l’esortazione del direttore degli Affari europei di Confindustria, Matteo Borsani. Non solo “analisi di impatto serie” sul piano della legislazione comunitaria, ma soprattutto “mantenere un certo level playing field, il Mercato interno vive delle stesse condizioni di alleati e competitor”. E qui si entra nello spinoso tema degli aiuti di Stato. “Non possiamo affidarci solo agli aiuti di Stato per mantenere la competitività“, ha spiegato Borsani, a cui ha fatto eco l’eurodeputato di Forza Italia Massimiliano Salini: “Il problema è quando vengono fornite risorse e si vincolano le modalità in cui quelle stesse risorse devono essere spese, l’aiuto non deve diventare il modo in cui si limita la possibilità di decisione interna“. E sul tema della competitività anche il collega di Fratelli d’Italia Raffaele Stancanelli ha messo in chiaro che durante la prossima legislatura bisognerà fare attenzione a “non scardinare la politica industriale europea per favorire Paesi come la Cina“.
È da qui però che si può partire per una riflessione a proposito delle priorità Ue sul fronte del supporto dell’Unione nei confronti dei Ventisette, e viceversa. Nel suo intervento ad ‘How Can We Govern Europe?’, il presidente emerito del Comitato economico e sociale europeo (Cese), Luca Jahier, ha voluto richiamarsi all’esperienza di questi ultimi anni: “Con il Next Generation Eu abbiamo avuto la prova che procedere per punizioni e sanzioni produce meno risultati che procedere a premi e incentivi” e ora che “siamo a metà percorso” è dimostrato come “anche i Paesi più riottosi hanno implementato in modo sostanziale le riforme strutturali”. Di fronte a una “richiesta sempre più crescente all’Ue per supportare iniziative sulla transizione energetica, in politica etera o per l’allargamento” – come ha sottolineato con forza la direttrice di ricerca del Ceps (Center for European Policy Studies), Cinzia Alcidi – proprio Jahier ha fatto notare che “ha funzionato il meccanismo di legare gli investimenti strategici alle riforme“.
Il futuro dell’Unione passerà però anche dalle decisioni del presente. Come dimostra il lavoro dei co-legislatori del Parlamento e del Consiglio dell’Ue condotto in parallelo all’evento ‘How Can We Govern Europe?’. “Vediamo se il trilogo di oggi con il Consiglio sarà davvero quello decisivo, non è detto, ma siamo positivi e c’è moderato ottimismo“, ha spiegato in videoconferenza poco prima dell’avvio del negoziato inter-istituzionale il capo-delegazione del Partito Democratico e co-relatore per il Parlamento Europeo sull’Atto Ue sull’intelligenza artificiale, Brando Benifei. “Il Regolamento sulle questioni fondamentali è già stato concordato, ha un approccio con la base del rischio come principio di classificazione degli usi dell’Ia”, ma ci sono ancora “divergenze significative con il Consiglio su alcune questioni“. Il riferimento è agli “obblighi di verifica di sicurezza dei modelli più potenti“, come ChatGpt, per cui “le imprese devono essere sicure di non dover avere responsabilità su questioni di cui ora non possono essere pienamente coscienti”. A questo si aggiunge il tema delle “salvaguardie sugli usi di controllo e sorveglianza“, come telecamere a riconoscimento biometrico, polizia predittiva, riconoscimento emotivo ed eccezioni per uso di polizia: “Dobbiamo trovare un punto di incontro con Consiglio”, ha spiegato Benifei, specificando che “deve equilibrare la necessità di mettere alcune aperture alle richieste di eccezione che il Consiglio ci pone, con una supervisione indipendente perché lo Stato non controlli se stesso sul rispetto delle regole”.
Un’altra priorità Ue di estrema importanza per l’Unione è quella della riforma del Trattati. “Oggi un solo Paese membro ha il coltello dalla parte del manico, cioè ha la capacità di far restare in una situazione di stallo su decisioni di enorme importanza in questo momento storico”, ha ricordato l’eurodeputata del Movimento 5 Stelle Laura Ferrara, richiamandosi al veto dell’Ungheria al supporto finanziario e all’avvio dei negoziati di adesione per l’Ucraina: “Questo è il tema su cui dovremmo concentrarci alle prossime elezioni europee, su che tipo di Unione Europea vogliamo“. Ferrara ha ricordato i risultati della Conferenza sul futuro dell’Europa e le “richieste dei cittadini per un’Unione più coesa”, in cui la riforma dei Trattati gioca un ruolo decisivo: “I cittadini ci hanno chiesto di cambiare il voto all’unanimità con quello a maggioranza qualificata in politica estera”.
La conclusione del primo panel della decima edizione di ‘How Can We Govern Europe?’ sulle priorità Ue nella prossima legislatura è un richiamo al punto di partenza: le elezioni del 6-9 giugno 2024. “Spesso si riscontra una contraddizione tra i sondaggi e l’espressione di voto a livello nazionale“, ha avvertito la direttrice di ricerca del Ceps (Center for European Policy Studies), Cinzia Alcidi, a cui si sono agganciati subito gli esponenti all’Eurocamera dei due partiti che in Italia costituiscono la maggioranza. “La questione veramente interessante è che maggioranza si formerà la prossima volta quando in plenaria si discuterà di carburanti alternativi, di Ets, di case green, di legge sul ripristino della natura”, ha incalzato Salini: “Quello che uscirà sarà un voto diverso da quello di oggi anche se non cambia la maggioranza, le politiche verranno fuori da quei voti, anche se credo che i gruppi saranno circa gli stessi”. Stancanelli ha strizzato l’occhio al Partito Popolare Europeo e alle altre forze del centro-destra: “A inizio legislatura i partiti di centro-destra perdevano tutte le battaglie 100 contro 500, oggi si stanno creando maggioranze sui problemi concreti, che saranno rafforzate dal voto” fra sei mesi.