Bruxelles – “Oggi le percentuali di gas russo sulle importazioni italiane sono scese al 2 per cento e sono destinate ad azzerarsi col 2025“, ne è convinto Luca Giansanti, Head of European Government Affairs di Eni parlando in occasione della decima edizione dell’evento ‘How Can We Govern Europe?’, organizzato da Withub con la direzione editoriale di Eunews e Gea, in corso a Bruxelles, presso la residenza dell’ambasciatore d’Italia in Belgio. “Partiamo dall’invasione russa dell’Ucraina e dalla strategia che l’Ue ha adottato subito dopo, la cosiddetta Repower Eu, che ha previsto la drastica riduzione di dipendenza dalle forniture di gas russo“, ha spiegato Giansanti, “a questo si è aggiunto il ban verso le importazioni di carbone e di petrolio”.
“Sul fronte del gas naturale ha richiesto ad aziende come Eni e a paesi come l’Italia di adeguarsi rapidamente, e siamo riusciti a farlo in tempi brevissimi grazie a quella rete di alleanze con paesi fornitori e rapporti stabiliti da decenni che ci ha permesso di fare leva su partner affidabili e alternativi, e quindi il gas dalla Norvegia, Algeria e Congo e da tanti altri Paesi è affluito in quantità maggiori verso l’Italia, che si è avvalsa anche di una rete di gasdotti che ha a disposizione a differenza di altri paesi, sempre più saranno utili i nuovi rigassificatori che consentiranno l’arrivo di maggiori volumi di gas naturale liquefatto”.
In generale, durante la crisi energetica “anche Eni si è mossa come azienda e come sistema Paese nel quadro della decisione dell’Ue di ridurre ed eliminare la dipendenza dai combustibili fossili russi”. L’Italia in questo è stata “un campione, ha portato a termine nel più breve tempo possibile rispetto ad altri Paesi ed è stato fatto grazie a una già esistente diversificazione delle rotte”.