Bruxelles – Sicurezza energetica e politica climatica di decarbonizzazione. Due facce della stessa medaglia, se non accelera una, rallenta anche l’altra. E’ chiaro il monito che ha lanciato Matthew Baldwin, direttore generale aggiunto della DG ENER della Commissione europea, nel suo intervento alla decima edizione dell’evento ‘How can we govern Europe?’, organizzato da Withub con la direzione editoriale di Eunews e GEA, che si è tenuto oggi (6 dicembre) a Bruxelles, presso la residenza dell’ambasciatore d’Italia in Belgio.
L’ultimo panel della giornata di confronto tra istituzioni, politica e industria è stato dedicato alla “Sicurezza energetica: ridotta la dipendenza dalla Russia, l’Ue è in grado di puntare all’autonomia con fonti rinnovabili?”. Dalla domanda del titolo del panel, lo spunto per riflettere sugli ultimi due anni di crisi energetica che hanno messo alla prova l’Unione europea tra tagli alle forniture di gas da parte della Russia e la necessità di rendersi autonoma (o quasi) dal punto di vista delle forniture e dell’approvvigionamento di materie prime critiche.
“Siamo a un punto migliore rispetto a come eravamo un anno fa, ma la crisi ci può colpire ancora”, ha sentenziato Baldwin, snocciolando i numeri che testimoniano che l’Ue e l’Italia hanno superato o almeno stanno superando la crisi. Come Unione europea “abbiamo deciso rapidamente” di ridurre, nell’ottica di abbandonare totalmente, “la dipendenza dai combustibili fossili russi” attraverso il piano ‘REPowerEu’ varato a maggio 2022. “Siamo passati da circa 155 miliardi di metri cubi di gas nel 2021 a 40 miliardi di metri cubi ora” di forniture dal Cremlino.
Non solo. La strategia europea punta sul risparmio dei consumi (e l’Italia – dice Baldwin – è riuscita ad andare oltre il target di taglio ai consumi del 18 per cento) e sulla spinta sulle rinnovabili. “Nel 2023 l’Ue si aspetta di installare 70 GigaWatt di capacità rinnovabile, solare ed eolica. L’Italia dovrebbe raddoppiare la capacità installata rispetto all’anno precedente”, ha detto.
Durante la crisi energetica anche Eni si è mossa come azienda e come sistema Paese nel quadro della decisione dell’Ue di ridurre ed eliminare la dipendenza dai combustibili fossili russi. L’italia in questo è stata un campione, ha portato a termine nel più breve tempo possibile rispetto ad altri Paesi ed è stato fatto grazie a una già esistente diversificazione delle rotte”, ha dichiarato Luca Giansanti, responsabile degli Affari governativi europei di Eni, precisando che l’Italia “ha fortuna di avere gasdotti e di aver deciso di potenziare la capacità di rigassificazione”.
A detta di Stefano Verrecchia, rappresentante permanente aggiunto dell’Italia presso l’Ue, durante la crisi l’Italia è stata capace “di rispondere all’emergenza ma come Paese abbiamo sempre cercato di avere un atteggiamento realistico nella transizione, tenendo conto anche della dimensione sociale”, ha aggiunto, sottolineando la necessità di “una soluzione finanziaria importante” per affrontare la transizione.
Nel contesto di riduzione rapida delle emissioni, il rischio, secondo l’eurodeputata del Movimento 5 Stelle, Tiziana Beghin, è quello di “sostituire” la dipendenza dell’Ue dalle forniture russe “con altre dipendenza con partner che non sempre sono partner stabili”, ha detto. “Siamo in un periodo storico in cui si sono verificate condizioni critiche contemporaneamente. Con il piano per l’indipendenza energetica ‘RepowerEu e il price cap per il gas siamo riusciti a tenere basso il prezzo dell’energia, ma ancora oggi è doppio rispetto ai livelli pre-crisi e questo crea distorsioni molto elevate”.
Al centro del confronto non solo le rinnovabili, ma anche altre fonti energetiche a zero emissioni, come il nucleare, che dividono l’Ue. Dal Green Deal in poi l’Ue “ha declinato una strategia di decarbonizzazione, e in questo quadro il nucleare c’è ma come scelta dei singoli stati membri e non dell’Ue. Da Bruxelles c’è un impegno soprattutto nel campo della ricerca”, ha ricordato l’eurodeputata del Partito democratico, Patrizia Toia. In tempi recenti è nato in Ue “un nuovo interesse nel nucleare di nuova generazione, per i cosiddetti piccoli reattori nucleari”, ha detto, ricordando che al Parlamento europeo di Strasburgo la prossima settimana si voterà una relazione di iniziativa sui piccoli reattori modulari. La relazione è stata votata nelle scorse settimane in commissione Itre e Toia ha ricordato che la delegazione italiana nel gruppo S&D “non ha votato a favore”.