Bruxelles – Divieto di distruzione dei vestiti invenduti, requisiti minimi per la progettazione ecocompatibile di molti prodotti sul mercato europeo e passaporto digitale per le informazioni. I negoziatori di Parlamento e Consiglio Ue hanno raggiunto nella notte (5 dicembre) un accordo politico sul regolamento per la progettazione ecocompatibile dei prodotti sostenibili, proposto dalla Commissione europea a fine marzo 2022 nel quadro del pacchetto per l’economia circolare.
Le nuove norme sull’ecodesign modificano l’attuale direttiva sulla progettazione ecocompatibile (risalente al 2009). L’idea è quella di non allontanarsi molto dal percorso fatto fino a questo momento ma rafforzarlo in due modi: ampliando la gamma di prodotti coperti dalla legislazione (oggi limitata al settore energia) e introducendo i nuovi requisiti per avere prodotti più durevoli e con potenziale di essere riparati, invece che buttati via.
I nuovi requisiti di ecodesign vanno oltre l’efficienza energetica e mirano in particolare a promuovere la circolarità e riguardano la durabilità, riutilizzabilità, aggiornabilità e riparabilità del prodotto; la presenza di sostanze chimiche che inibiscono il riutilizzo e il riciclo dei materiali efficienza energetica e delle risorse contenuto riciclato, l’impronta di carbonio e ambientale.
Tra le altre misure più concrete del nuovo regolamento, i co-legislatori si sono accordati per introdurre a livello europeo il divieto diretto di distruzione di prodotti tessili e calzature invenduti. Un divieto che si applicherà due anni dopo l’entrata in vigore della legge e da cui saranno esentate le piccole e microimprese, mentre le medie imprese beneficeranno di un’esenzione di 6 anni. Quello del tessile è l’unico comparto economico in cui viene introdotto un divieto vero e proprio, mentre le altre aziende dovranno adottare semplici misure per prevenire questa pratica.
Il tessile è il quarto principale settore responsabile dell’impatto sull’ambiente e i cambiamenti climatici (dopo il cibo, le case e la mobilità) e secondo le stime di Bruxelles, l’europeo medio butta via 11 kg di tessuti ogni anno, a livello globale un camion carico di tessuti viene messo in discarica o incenerito ogni singolo secondo. Mentre il comparto a livello globale è sempre più in espansione, aumenta anche la pressione della produzione sulle risorse, l’acqua, il consumo di energia e il clima.
Nuovi requisiti e nuovo passaporto digitale
Lavastoviglie, televisori, finestre, caricatori per auto. Il nuovo regolamento si applicherà a varie categorie di prodotti e la Commissione europea avrà il potere di estendere il divieto ad altre categorie attraverso atti delegati. In una nota in cui saluta con favore l’intesa raggiunta, Bruxelles assicura che verrà data priorità ai prodotti ad alto impatto ambientale, compresi i tessili (soprattutto indumenti e calzature), i mobili (compresi i materassi), il ferro e l’acciaio, l’alluminio, gli pneumatici, le vernici, i lubrificanti e i prodotti chimici, nonché i prodotti legati all’energia e altri prodotti elettronici.
Nucleo centrale della proposta è l’introduzione di un “passaporto digitale dei prodotti” per fornire informazioni sulla sostenibilità ambientale di quelli immessi nel mercato unico europeo. Nella sostanza, si tratterà di un’etichetta facilmente accessibile sui prodotti che darà accesso immediato alle informazioni sulla sostenibilità del prodotto.
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“Il regolamento garantirà che i prodotti sul mercato dell’UE siano più efficienti dal punto di vista energetico, durevoli, riutilizzabili, riparabili, riciclabili e sempre più realizzati con materiali riciclati”, ha commentato Maroš Šefčovič, vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo, parlando di “un’enorme opportunità sia per le imprese che per i consumatori, ed è anche fondamentale per raggiungere la neutralità climatica, invertire la perdita di biodiversità, ridurre le dipendenze dell’Europa e rafforzare la nostra competitività economica”. Ora che l’accordo è stato raggiunto, entrambe le istituzioni, separatamente, dovranno formalmente approvare l’accordo che poi sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale prima di entrare in vigore.