Bruxelles – Difesa fa rima con spesa. L’aggressione russa dell’Ucraina giustifica gli investimenti pubblici nel settore, e non potranno penalizzare gli Stati che mettono mano alle proprie finanze per accrescere il livello di sicurezza nazionale e, di conseguenza, collettiva europea. Ursula von der Leyen riconosce che “la pace richiede sicurezza”, che il contesto generale e globale è cambiato, e la presidente della Commissione europea si mostra disponibile ad un nuovo patto di stabilità a misura di nuove esigenze.
“La guerra in Ucraina dimostra che dobbiamo produrre di più. Sia per soddisfare le esigenze dell’Ucraina, sia per garantire la nostra deterrenza e difesa”, scandisce in occasione della conferenza annuale dell’Agenzia europea per la difesa (EDA). “Ciò potrebbe sostenere l’estensione del periodo di aggiustamento di bilancio di uno Stato membro” per ridurre i livelli di deficit e debito. “In Consiglio vi è ora un ampio sostegno nel considerare gli aumenti della spesa per la difesa come un fattore rilevante nel valutare se uno Stato membro presenta un disavanzo eccessivo“.
L’apertura della Commissione si inserisce nel negoziato per le nuove regole comuni sulla finanza pubblica. I ministri dell’Economia e delle finanze si ritroveranno a Bruxelles il 7 dicembre per tentare di raggiungere l’intesa sul dossier, in occasione della riunione straordinaria dell’Ecofin fissata sul calendario dalla presidenza spagnola decisa a chiudere il negoziato politico il giorno successivo, in occasione della riunione formale e vera e propria dello stesso consiglio Ecofin.
Von der Leyen vede la possibilità per “ulteriori adattamenti mirati e limitati nel tempo, per ridurre lo sforzo di bilancio a breve termine richiesto per gli Stati membri che stanno contemporaneamente aumentando la spesa per la difesa“. Secondo questa impostazione ciò “potrebbe essere particolarmente rilevante per gli investimenti nelle lacune critiche individuate in termini di capacità”. Inoltre, altra condizione posta dalla presidente dell’esecutivo comunitario, “questi investimenti dovrebbero essere progetti di collaborazione europei”. Appalti congiunti, consorzi europei, collaborazione tra Stati e imprese, dunque. Un modo per stimolare un’unione della difesa.