Bruxelles – Stretta sugli allevamenti intensivi (ma non sui bovini), sulle miniere e sulla produzione di batterie. I negoziatori del Parlamento europeo e del Consiglio Ue hanno raggiunto nella notte (29 novembre) un accordo politico provvisorio sulla revisione della direttiva sulle emissioni industriali (IED), il principale strumento dell’Ue per regolare l’inquinamento provocato dagli impianti industriali, compresi gli allevamenti intensivi di bestiame, responsabili per la produzione di ossido di azoto, ammoniaca, mercurio, il metano e biossido di carbonio.
La proposta di revisione è stata avanzata dalla Commissione europea ad aprile 2022 per concentrarsi maggiormente sull’efficienza e sul riutilizzo di energia, acqua e materiali, oltre a promuovere l’uso di sostanze chimiche più sicure, meno tossiche o non tossiche nei processi industriali. Ma il nucleo centrale della revisione è l’ampliamento degli impianti coperti dalla direttiva, estesa ad esempio ai grandi allevamenti di suini (superiori a 350 unità di bestiame), pollame (280 unità), galline ovaiole (300 unità) e 380 unità per gli allevamenti misti.
Su pressione dell’Eurocamera, l’accordo di stanotte conferma l’esclusione dal campo della direttiva degli allevamenti di bovini, che invece erano stati inclusi nella proposta della Commissione europea e la cui inclusione sarà “valutata” in un secondo momento a partire dal 2026. Escluse dal campo di applicazione anche le aziende agricole estensive e l’allevamento di animali per uso domestico. Le nuove norme saranno applicate progressivamente, a partire dal 2030 con le aziende agricole più grandi.
L’altra novità è che la direttiva si applicherà anche all’estrazione di metalli e alla produzione su larga scala di batterie. Copre l’estrazione e il trattamento di minerali non energetici prodotti su scala industriale come ferro, rame, oro, nichel e platino e fissa la data del 2028 (e successivamente ogni cinque anni) per la rivalutazione da parte della Commissione europea. Questa valutazione deve tenere conto delle tecniche emergenti e della necessità di ulteriori misure di prevenzione dell’inquinamento o di requisiti relativi ai limiti minimi di emissione a livello dell’Ue.
I colegislatori hanno inoltre approvato una proposta che istituisce un nuovo portale per le informazioni sulle emissioni industriali in sostituzione dell’attuale regolamento, per migliorare l’accesso del pubblico alle informazioni relative alle emissioni industriali. Tra le altre cose, i negoziatori hanno aggiunto il dicofol e due tipi di PFAS — acido perfluoroottanoico (PFOA) e i suoi sali e acido perfluoroesan-1-solfonico (PFOS) — agli inquinanti disciplinati dal regolamento. Entrambi gli accordi devono essere formalmente adottati separatamente da entrambe le istituzioni per essere convalidati.
“L’accordo odierno sulle emissioni industriali ci aiuterà a raggiungere questo obiettivo su due fronti. Stiamo stabilendo regole più severe per contrastare l’inquinamento alla fonte, migliorando allo stesso tempo la rendicontazione e il monitoraggio delle emissioni. Le nuove norme fisseranno i limiti di inquinamento a livelli più efficaci e forniranno indicazioni chiare all’industria sui giusti investimenti per ridurre efficacemente le proprie emissioni”, ha commentato la ministra spagnola per la transizione ecologica, Teresa Ribera Rodríguez, presidente di turno dell’Ue. “Questo accordo è un passo importante per garantire che la nostra industria possa contribuire efficacemente ai nostri obiettivi di zero inquinamento e zero emissioni di carbonio. Le norme modernizzate sulle emissioni incoraggeranno e sosterranno la sua trasformazione per la transizione verde, che è fondamentale per raggiungere questi obiettivi. Ora dobbiamo lavorare tutti insieme, autorità pubbliche e imprese, per attuare in modo rapido ed efficace queste nuove regole”, ha commentato Maroš Šefčovič, Vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo,