Bruxelles – Si va verso la scadenza delle tranche di supporto macro-finanziario erogate dall’Unione Europea all’Ucraina per tutto il 2023. Mentre lo sguardo delle istituzioni comunitarie è già rivolto al futuro dopo la fine dell’anno, è arrivato oggi (22 novembre) il pagamento della decima – e penultima – tranche di aiuti da 1,5 miliardi di euro previsti dal pacchetto complessivo da 18 miliardi erogato dalla Commissione Europea da gennaio. “I finanziamenti europei hanno sostenuto la stabilità economica e i servizi pubblici dell’Ucraina dall’inizio della guerra contro la Russia”, è il commento della presidente dell’esecutivo comunitario, Ursula von der Leyen, rendendo noto il nuovo pagamento al Paese invaso dall’esercito del Cremlino dal 24 febbraio 2022.
Con la decima tranche di aiuti destinati a Kiev attraverso lo strumento di assistenza macro-finanziaria Amf+, il supporto economico per il 2023 sale a 16,5 miliardi di euro. Ora al pacchetto approvato alla fine dello scorso anno dai co-legislatori manca solo l’ultimo tassello da 1,5 miliardi atteso nel giro del prossimo mese. “Con questo strumento l’Ue intende aiutare l’Ucraina a coprire il suo fabbisogno finanziario immediato, con un sostegno finanziario stabile, prevedibile e consistente”, sottolinea l’esecutivo comunitario in una nota. Nello specifico il sostegno finanziario aiuterà l’Ucraina a continuare a pagare stipendi e pensioni e a mantenere in funzione i servizi pubblici essenziali – come ospedali, scuole e alloggi per gli sfollati – oltre a garantire la stabilità macro-economica e a ripristinare le infrastrutture critiche distrutte dalla Russia (infrastrutture energetiche, sistemi idrici, reti di trasporto, strade, ponti).
Il decimo pagamento è arrivato dopo che il 18 ottobre scorso i servizi della Commissione Europea hanno rilevato “progressi soddisfacenti nell’attuazione delle condizioni politiche concordate” e il rispetto dei “requisiti di rendicontazione volti a garantire un uso trasparente ed efficiente dei fondi”. Nello specifico vengono segnalati gli “importanti progressi” dell’Ucraina per rafforzare sia la stabilità finanziaria “con la graduale eliminazione della tassazione temporanea di emergenza”, sia lo Stato di diritto con il ripristino del funzionamento dell’Alto Consiglio di Giustizia e dell’Alto Consiglio di Qualificazione dei Giudici. Infine è stato registrato un “miglioramento del sistema energetico” con la ristrutturazione del gestore del sistema di trasmissione del gas e verso la promozione di “un migliore clima imprenditoriale”. Dall’inizio della guerra russa in Ucraina Bruxelles stima che il sostegno finanziario, umanitario, di bilancio d’emergenza e militare a Kiev arrivato dall’Unione, dai Paesi membri e dalle istituzioni finanziaria europee “ammonta a 85 miliardi di euro“. Per quanto riguarda l’assistenza macro-finanziaria Ue, il totale è di 23,7 miliardi, di cui 7,2 miliardi stanziati nel 2022 e i 16,5 di quest’anno. La prima tranche dallo strumento assistenza macro-finanziaria Amf+ è arrivata all’Ucraina il 17 gennaio con un supporto iniziale di 3 miliardi, seguita da altri nove tranche mensili da 1,5 miliardi fino a oggi.
Ma l’attenzione della Commissione e della sua presidente è già oltre il 2023. “Abbiamo proposto 50 miliardi di euro per l’Ucraina fino al 2027”, ha ricordato von der Leyen, facendo riferimento alla proposta di revisione del bilancio pluriennale Ue 2021-2027. L’obiettivo dell’esecutivo comunitario è quello di creare una riserva finanziaria da 50 miliardi di euro per i prossimi quattro anni costituita di sovvenzioni e prestiti. Mentre i 33 miliardi di prestiti saranno finanziati attraverso l’assunzione di prestiti sui mercati finanziari, i 17 miliardi di euro in sovvenzioni arriveranno direttamente dalle risorse aggiuntive previste dalla revisione del bilancio. Per il via libera dai Ventisette servirà però l’unanimità in Consiglio e questo rischia di essere un problema considerate le posizioni particolarmente dure dell’Ungheria di Viktor Orbán, che potrebbero indurre l’esecutivo comunitario ad alleggerire la mano sui fondi Ue congelati a Budapest pur di mettere a terra il “sostegno coerente, prevedibile e flessibile” a Kiev per gli anni a venire.