Strasburgo, dall’inviata – Nessuna maggioranza, dunque nessuna posizione negoziale per ora. A sorpresa (ma neanche troppo vista la battaglia politica portata avanti dal Partito popolare europeo) l’Aula di Strasburgo ha deciso di respingere con 207 voti a favore, 299 contrari e 121 astenuti (su 627 votanti) la relazione dell’eurodeputata dei Verdi, Sarah Wiener, sulla proposta della Commissione europea sull’uso sostenibile dei pesticidi, che avrebbe rappresentato il mandato dell’Eurocamera nei negoziati con gli Stati membri.
Nulla da fare. A Strasburgo si chiude la prima lettura del Parlamento sul dossier senza maggioranza per emendare il testo della Commissione e tutto è nelle mani degli Stati membri. E dal momento che gli eurodeputati hanno respinto anche la richiesta di rimandare il testo di Wiener in commissione Ambiente, ora l’iter legislativo prevede che il testo, così come proposto dalla Commissione europea, passi prima in Consiglio Ue che ancora deve adottare la posizione negoziale in prima lettura. Solo allora il testo emendato dal Consiglio passerà in seconda lettura in Parlamento europeo, che potrà decidere di emendarlo o meno.
La responsabilità, in sostanza, è totalmente e politicamente nelle mani degli Stati membri. Ma è molto difficile, se non improbabile che il testo venga adottato prima della fine della legislatura, con le elezioni europee in programma dal 6 al 9 giugno 2024. Il regolamento passerà alla prossima legislatura, a detta dell’eurodeputato dei Socialisti&Democratici, Paolo De Castro. Anche la stessa relatrice Wiener ha parlato in conferenza stampa di un testo politicamente morto in questa legislatura.
Stretta Ue sui pesticidi
La proposta della Commissione europea è stata avanzata a giugno 2022 nel quadro della Strategia Farm to Fork per dimezzare l’uso e il rischio dei pesticidi chimici entro il 2030 (sulla base della media del periodo 2015-2017) in Ue come obbligo vincolante e vietare l’uso di pesticidi in tutte le aree “sensibili” urbane, dai parchi alle scuole. La relatrice del Parlamento aveva cercato di alzare l’asticella rispetto a quanto proposto dalla Commissione europea, chiedendo la riduzione del 50 per cento su tutti i fitosanitari chimici sulla base della media del periodo 2015-2017 e aggiungendo la distinzione tra pesticidi “normali” e pesticidi più pericolosi (contenenti una o più sostanze attive approvate dall’Ue come sostanze candidate alla sostituzione). Per questi ultimi, l’obiettivo che era stato approvato in commissione Envi era addirittura del 65 per cento.
Il testo votato oggi in plenaria chiedeva inoltre di adottare obiettivi e strategie nazionali, basati sulle sostanze vendute ogni anno, sul livello di pericolo e sulla dimensione della propria area agricola. La Commissione verificherà quindi se gli obiettivi nazionali debbano essere più ambiziosi per raggiungere gli obiettivi per il 2030. Confermato poi, come nella proposta della Commissione, di vietare di utilizzare pesticidi chimici (ad eccezione di quelli autorizzati per l’agricoltura biologica e il controllo biologico) nelle aree che vengono individuate come aree sensibili, come tutti gli spazi verdi urbani, compresi parchi, campi da gioco, campi sportivi, percorsi pubblici, nonché nelle aree Natura 2000.