Bruxelles – L’Unione europea brucia sempre di più. Gli incendi avanzano, sempre di più, e solo nel 2022 hanno cancellato l’equivalente della Corsica: 900mila ettari di superficie, boschiva e non, andati in fumo. Di questa perdita naturale, il 43 per cento, circa 365mila ettari di biodiversità e patrimonio floreale, è stato registrato nelle aree protette europee comprese nella rete ‘Natura 2000’, mai così colpite nell’ultimo decennio.
Il rapporto della Commissione europea sugli incendi boschivi evidenzia una tendenza ormai consolidata. “Con l’aggravarsi della crisi climatica e l’aumento della devastazione degli incendi degli ultimi anni, diventa sempre più chiaro che le stagioni degli incendi in Europa continueranno a peggiorare”, avverte il documento prodotto dall’esecutivo comunitario, i cui dati sembrano avvalorare ancor di più questo rilievo.
I dati disponibili per il 2023 indicano che “finora gli incendi hanno già bruciato circa 500mila ettari di terra naturale nell’Ue”. Ciò include il più grande incendio singolo registrato nell’Ue, quello di Alexandroupolis, in Grecia, con oltre 96mila ettari bruciati. Altri incendi critici all’interno dell’Unione europea i sono verificati in Portogallo, Spagna, Italia e Grecia. Ma, rileva la Commissione, “nel 2023 si sono verificati nuovamente incendi che era impossibile tenere sotto controllo con i tradizionali mezzi antincendio”. Un altro campanello d’allarme. Il fuoco diventa sempre più un problema.
A questa realtà non sfugge neppure l’Italia. Nel 2022 il Paese è stato teatro di 6.529 incendi. Il numero dei roghi è aumentato rispetto al 2021 (+9,1 per cento), ma la buona notizia è che sono stati meno distruttivi. All’aumento dei numero di incendi corrisponde una diminuzione della superficie bruciata: rispetto ai 151.964 ettari andati fumo nel 2021 nel 2022 sono andati distrutti 71.694 ettari (-52,82 per cento).
Anche nello Stivale hanno giocato un ruolo i fenomeni meteorologici estremi. “Le alte temperature e la siccità hanno contribuito in modo significativo al numero di incendi registrati”, recita il rapporto della Commissione. Mentre il basso numero di giornate ventose durante l’inverno e l’estate ha contribuito al contenimento dell’estensione delle superfici interessate dagli incendi.
“Con il peggioramento della crisi climatica, gli incendi distruttivi che abbiamo visto quest’estate continueranno a diventare più frequenti e intensi”, riconosce Janez Lenarcic, commissario per la Gestione delle crisi, che chiede a tutti maggiori attenzione e determinazione. “L’Europa deve essere preparata a questa nuova realtà”. Vuol dire che “dobbiamo intensificare gli sforzi di prevenzione e mitigazione per ridurre l’impatto degli incendi”.