Bruxelles – Via libera al sostegno alle comunità energetiche rinnovabili in Italia, con un aiuto di Stato da 5,7 miliardi di euro. A dare l’ok definitivo è stata oggi (22 novembre) la Commissione Europea, mettendo il sigillo Antitrust al supporto nazionale per sostenere la produzione e l’autoconsumo di energia elettrica rinnovabile nel Paese membro.
Il via libera da Bruxelles è arrivato dopo la valutazione dei servizi della Commissione del regime di aiuti di Stato italiano sulla base delle norme sulla concorrenza definite dal Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea (Tfue) che consentono ai Paesi membri di sostenere lo sviluppo di alcune attività economiche, ma anche di quelle specificamente in materia di clima e tutela di ambiente ed energia a partire dallo scorso anno. Nel caso specifico dei 5,7 miliardi di euro per le comunità energetiche rinnovabili in Italia, il regime di aiuti di Stato sarà parzialmente finanziato tramite il Dispositivo per la ripresa e la resilienza in seguito alla valutazione positiva del Pnrr da parte di Bruxelles, ricorda in una nota l’esecutivo comunitario. Si tratterà di un sostegno pubblico per la costruzione di impianti per la produzione di energia rinnovabile e l’espansione di quelli esistenti, a sostegno di “progetti di dimensioni limitate, con una capacità fino a un megawatt”, per cui i beneficiari potranno accedere in base al principio “primo arrivato, primo servito” attraverso due misure di aiuti.
La prima misura è una tariffa vantaggiosa sul quantitativo di energia elettrica consumato dagli autoconsumatori (clienti finali che generano energia elettrica da fonti rinnovabili per il proprio consumo) e dalle comunità energetiche rinnovabili (soggetti giuridici che permettono ai cittadini, alle piccole imprese e alle autorità locali di produrre, gestire e consumare la propria energia elettrica), pagata su un periodo di 20 anni. Il bilancio totale sarà di 3,5 miliardi di euro, finanziato attraverso un prelievo sulle bollette dell’energia elettrica di tutti i consumatori. La seconda misura è una sovvenzione agli investimenti fino al 40 per cento dei costi ammissibili, per un bilancio totale di 2,2 miliardi di euro e finanziata attraverso il Dispositivo per la ripresa e la resilienza. Per beneficiare dei finanziamenti a titolo del dispositivo per la ripresa e la resilienza, i progetti ammissibili devono diventare operativi prima del 30 giugno 2026 e si dovrebbero trovare in comuni con meno di cinquemila abitanti. Come precisa la Commissione Ue, “la parte del regime finanziata da tale dispositivo resterà in vigore fino al 31 dicembre 2025, mentre la rimanente parte del regime fino al 31 dicembre 2027”.
Secondo quanto rilevato dai servizi della Commissione, il regime italiano per le comunità energetiche rinnovabili non solo “favorisce lo sviluppo della produzione di energia rinnovabile”, ma soprattutto la misura “è necessaria e adeguata affinché l’Italia consegua gli obiettivi ambientali europei e nazionali” e “proporzionata, in quanto è limitata al minimo necessario”. L’aiuto è concesso “ai piccoli impianti e non supera il deficit di finanziamento”, e parallelamente avrà un effetto di incentivo, dal momento in cui “gli impianti di energia rinnovabile sovvenzionati non sarebbero finanziariamente sostenibili senza il sostegno pubblico“. Infine il regime di aiuti di Stato “produce effetti positivi in particolare sull’ambiente” – secondo gli obiettivi del Green Deal Europeo – “che superano eventuali effetti negativi in termini di distorsioni della concorrenza”.