Strasburgo, dall’inviata – Produrre in Europa il 40 per cento di tecnologie a zero emissioni sulla base dei piani nazionali per l’energia e il clima e catturare il 25 per cento del valore del mercato globale per queste tecnologie. L’Europarlamento riunito a Strasburgo in sessione plenaria ha adottato oggi (21 novembre) con 376 voti a favore, 139 contrari e 116 astensioni (su 631 votanti) la posizione negoziale sul ‘Net-Zero Industry Act’, il regolamento proposto dalla Commissione europea lo scorso 16 marzo per sviluppare un’industria a emissioni zero come pilastro centrale del Piano industriale per il Green Deal. Il testo era stato approvato lo scorso 25 ottobre in commissione Industria, ricerca ed energia (Itre) del Parlamento europeo grazie a compromesso raggiunto nei giorni precedenti tra Ppe, Renew e S&D sulla relazione del relatore sul dossier, l’eurodeputato tedesco dei popolari, Christian Ehler.
Nella proposta di regolamento, la Commissione europea ha individuato otto tecnologie net-zero ‘strategiche’ (distinte dalle semplici tecnologie net-zero) a cui garantire tempi accelerati per le autorizzazioni e verso cui incanalare gli investimenti (che sono: tecnologie solari fotovoltaiche e termiche; eolico onshore e energie rinnovabili offshore; batterie e accumulatori; pompe di calore e geotermia; elettrolizzatori e celle a combustibile per l’idrogeno; biogas e biometano; cattura e stoccaggio del carbonio; tecnologie di rete).
L’Eurocamera nel suo mandato ha di fatto rimosso questa distinzione tra “tecnologie ‘Net-Zero’” e “tecnologie strategiche Net-Zero” e dunque ha ampliato l’elenco delle “tecnologie a zero emissioni”, aprendo la porta anche alle tecnologie di fissione e fusione nucleare, ai carburanti sostenibili per l’aviazione e altre tecnologie industriali specifiche per essere inclusi tra i progetti strategici (Net Zero Resilience Projects). Sparisce la distinzione tra tecnologie ma il mandato parlamentare mantiene due tipologie di progetti: progetti di produzione tecnologica a zero emissioni nette e progetti strategici a zero emissioni nette. La distinzione è utile principalmente a definire tempi più brevi per le autorizzazioni, fissando una tempistica compresa tra 9 e 12 mesi per i progetti regolari e tra 6 e 9 mesi per i progetti strategici.
Rispetto alla proposta della Commissione, inoltre, l’Eurocamera vuole rilanciare anche l’introduzione delle valli industriali a zero emissioni, ovvero un raggruppamento delle attività industriali dello stesso tipo per ridurre impatto ambientale e offrire una simbiosi. La posizione dell’Eurocamera insiste infine sul fatto che il bilancio dell’Unione è attualmente troppo limitato per sostenere la transizione delle tecnologi, ma gli Stati membri ricevono entrate significative dalle aste del sistema di scambio di quote di emissioni dell’Ue, il sistema Ets. Per questo propone che gli Stati membri destinino almeno il 25 per cento di queste entrate nazionali agli obiettivi del Net-Zero Industry Act.
Parlamento e Consiglio sulla stessa linea sul nucleare
La posizione adottata in plenaria è il mandato per negoziare con gli Stati membri al Consiglio Ue, che non hanno ancora adottato il loro mandato. L’ultima proposta di compromesso avanzata dalla presidenza spagnola alla guida dell’Ue si orienta sulla stessa linea e include anche fissione e fusione nucleare tra le tecnologie strategiche. La presidenza di Madrid ha ampliato l’elenco delle tecnologie critiche, portandole a dieci per includere anche la fissione nucleare e quelle per i combustibili alternativi, come l’idrogeno.
L’energia dell’atomo aveva diviso la Commissione europea anche prima della presentazione della proposta di regolamento. Il collegio guidato da Ursula von der Leyen si era mostrato diviso fino all’ultimo sull’eventualità di includere nel regolamento anche il nucleare, in particolare la fissione. Le tecnologie strategiche individuate sono, in sostanza, quelle verso cui incanalare gli investimenti ea cui riservare procedure di autorizzazione ancora più accelerate. Alla fine, nella proposta della Commissione il nucleare non è stato riconosciuto tra le tecnologie strategiche ma entrambi i co-legislatori europei – Parlamento e Consiglio Ue – sono intenzionati a conferirgli un ruolo più importante nel negoziato finale. Il Consiglio Ue potrebbe adottare il mandato negoziale già al Consiglio Ue competitività che si terrà il prossimo 7 dicembre a Bruxelles, nell’ottica di avviare i negoziati entro la fine dell’anno.