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    Home » Economia » Bruxelles e Strasburgo bocciano la proposta dell’Italia sul fattore di correzione del carbonio

    Bruxelles e Strasburgo bocciano la proposta dell’Italia sul fattore di correzione del carbonio

    L'Eurocamera adotta il mandato negoziale sulla stretta alle emissioni inquinanti per i veicoli pesanti, che tra le altre cose prescrive l'immatricolazione di nuovi autobus urbani a zero emissioni a partire dal 2030. Non passa però la linea italiana sullo 'sconto' per le emissioni, ora il negoziato con gli Stati membri

    Fabiana Luca</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/@fabiana_luca" target="_blank">@fabiana_luca</a> di Fabiana Luca @fabiana_luca
    21 Novembre 2023
    in Economia
    euro 7

    Tubo di scappamento. Per la Corte Ue le case automobilistiche che mettono in commercio auto con sistemi di manipolazione delle emissioni devono risarcire in caso di danno [foto: imagoeconomica]

    Strasburgo, dall’inviata – La Commissione europea non pensa che includere un cosiddetto fattore di correzione del carbonio “nelle nostre regole sia la strada giusta da seguire” per abbattere le emissioni del settore trasporti. E’ stato chiaro oggi (21 novembre) il commissario europeo per l’Azione per il clima, Wopke Hoekstra, nel bocciare l’idea promossa in primo luogo dall’Italia di inserire nelle nuove norme per ridurre le emissioni dei veicoli pesanti un fattore di correzione del carbonio, ovvero un modo per contabilizzare il contributo dei carburanti a zero-basse emissioni (come i biocarburanti) all’interno dei regolamenti che riguardano la mobilità.

    “Capisco perfettamente il desiderio, è il desiderio di tutta l’Assemblea, di trovare un modo per passare a trasporti a emissioni zero in un modo che sia realizzabile per le nostre aziende e i nostri cittadini. Questo è anche ciò che voglio fare, perché dobbiamo portare con noi le nostre persone e le nostre imprese”, ha assicurato Hoekstra parlando questa mattina di fronte all’Emiciclo di Strasburgo, prima del voto sulla proposta della Commissione europea sulla stretta alle emissioni dei mezzi pesanti.

    Poche ore dopo, l’Aula ha adottato con 445 voti favorevoli, 152 contrari e 30 astensioni la sua posizione negoziale sui nuovi obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 degli autocarri medi e pesanti, compresi i veicoli professionali (come gli autocarri per i rifiuti, gli autocarri a cassone o i camion betoniera) e gli autobus. Gli obiettivi proposti consistono in una riduzione del 45 per cento delle emissioni per il periodo 2030-2034, del 65 per cento per il 2035-2039 e del 90 per cento a partire dal 2040. Gli eurodeputati hanno concordato con la con la proposta della Commissione di autorizzare l’immatricolazione di nuovi autobus urbani a zero emissioni a partire dal 2030 con la sola esenzione temporanea (fino al 2035) per gli autobus urbani alimentati a biometano, a determinate condizioni. Nel voto di oggi, però, non è passato l’emendamento sul ‘carbon correction factor’, una sorta di “sconto” sul conteggio delle emissioni, sostenuto da Paesi come l’Italia che aveva cercato di imporre la stessa misura anche nel mandato del Consiglio Ue (senza riuscirci anche in questo caso). Dopo il fallimento dei tentativi dell’Italia di riaprire la partita dei biocarburanti nel regolamento sulle emissioni delle auto (che ha prescritto un contestato stop all’immatricolazione di nuove auto a combustibili tradizionali, auto e benzina dal 2035) l’Italia ci ha riprovato anche con i mezzi pesanti, ma non ha convinto Bruxelles e Strasburgo.

    Adolfo Urso

    Il commissario ha spiegato che l’idea sarebbe quella di concedere ai produttori di camion un “bonus di conformità per la produzione di nuovi camion, se gli Stati membri garantiscono la fornitura, ad esempio, di carburanti elettrici. Anche in questo caso, ovviamente, capisco pienamente l’importanza dei carburanti innovativi. Ma ne abbiamo bisogno per la flotta esistente, prima che i clienti possano passare a nuovi veicoli a emissioni zero ai sensi di questa legge”.

    “L’emendamento non è passato per una manciata di voti”, ha precisato il ministro per le Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, in un punto stampa a Strasburgo a margine dei lavori dell’Eurocamera, dopo aver incontrato i rappresentanti delle associazioni di imprese e di alcune grandi aziende italiane per un confronto sui temi della competitività e sui dossier in corso di discussione, tra cui le emissioni. Tra gli altri, presenti anche i rappresentanti di Confindustria e di Eni, Enel, Ferrovie dello Stato, Iveco, Versalis, Edison, Seda International Packaging Group, Fincantieri. Urso ha sottolineato ai cronisti di aver fatto appello agli eurodeputati che rappresentano l’Italia di votare uniti”.

    Come spiegato dal relatore per l’Europarlamento, Bas Eickhout, nel testo finale del mandato è passato effettivamente un emendamento che dà una definizione di carburanti CO2 neutrali (molto ampia, che include anche sintetici e biocarburanti) ma non ci sarà alcuna correlazione con il fattore di correzione del carbonio. L’associazione di Ong europee Transport & Environment (T&E) ha invitato i ministri dell’Ambiente dell’Ue e la Commissione a mantenere la loro opposizione a questa scappatoia, che porterebbe i camion diesel a essere venduti ancora per decenni minando l’obiettivo dell’Ue di un trasporto su strada a zero emissioni. Il mandato adottato oggi in plenaria servirà ad avviare il negoziato interistituzionale con gli Stati membri che hanno adottato la loro posizione lo scorso mese.

    Tags: emissioniFurgoni

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